LATINA- Sono riusciti ad affossare il Ddl Zan. Mi riferisco, naturalmente, agli stessi promotori della legge che, ben sapendo di non avere i numeri sufficienti per approvarla in Senato, hanno rifiutato qualsiasi mediazione col risultato d’accoppare la loro stessa creatura.
Daranno la colpa, naturalmente, ad una destra brutta cattiva ed ipocrita ( aggettivi appena condivisibili) mentre la responsabilità politica di questo aborto normativo è tutta in capo alla sinistra.
Intendiamoci: qualsiasi essere umano sano di mente riterrebbe sacrosanto estendere le tutele verso discriminazioni che minino sesso, razza, lingua, religione eccetera.
Il testo del Ddl Zan, tuttavia, presentava molti aspetti divisivi ( per usare un eufemismo) che avrebbero reso necessaria una mediazione ed un confronto tra le forze politiche.
La teoria “gender” propagandata nelle scuole, ad esempio, avrebbe costituito un serio rischio per lo sviluppo educativo dei ragazzi e , in concreto, una seria limitazione della libertà di opinione.
A nulla sono valse le richieste della Chiesa Cattolica e di molti intellettuali di non arroccarsi sul testo originario, ma di aprire un dialogo allo scopo di apportare correzioni e di consentirne la definitiva approvazione.
Il Segretario del Pd, Enrico Letta, e la maggioranza del gruppo dirigente hanno dettato la linea: votare il Ddl Zan “così com’è”.
L’epilogo di oggi, con l’affossamento della legge nell’Aula di Palazzo Madama, era storia già scritta e le lacrime versate assomigliano a quelle dei coccodrilli o, più opportunamente, dei becchini.
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