LATINA – Zaccheo: «Sede della Banca d’Italia, il Comune si attivi per rendere quell’edificio un centro di cultura e di aggregazione sociale»
L’addio della Banca d’Italia alla nostra città e la chiusura della sua sede oltre a svuotare ancor di più il cuore del nostro centro storico, costituiscono un’occasione e un pericolo da non sottovalutare.
L’edificio in Piazza del Libertà potrebbe infatti essere presto messo in vendita e potrebbe vedere certamente qualche grande gruppo privato interessato a realizzarvi l’ennesimo centro commerciale nelle nostra città.
Un centro storico di una città come la nostra, svuotato di servizi deve invece puntare a riempire quel luogo di contenuti utili alla nostra comunità. Penso ad esempio ad una sede al servizio dell’Università che di certo rilancerebbe e rivitalizzerebbe il nostro centro cittadino.
Ecco perché resto sorpreso dal fatto che nonostante il mio appello di circa un anno fa nessuno abbia pensato in tutti questi mesi a produrre un atto o mettere in campo una strategia per evitare che si realizzi in quella sede l’ennesimo scempio al cuore di Latina.
Infatti pur trovandoci in una zona disciplinata dal PTPR, Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, non mi risultano vincoli su quell’edificio, sicché chiunque lo dovesse rilevare potrebbe realizzarvi un’area commerciale.
Ritengo invece che, per rivitalizzare il nostro centro storico così carente di centri aggregativi, sia necessario insediare in quell’edificio un qualcosa che funga da aggregatore culturale e sociale.
Una sede a servizio dell’Università, dei suoi professori e dei suoi studenti potrebbe rivitalizzare il nostro centro storico e riportare le persone a frequentare il cuore della nostra città.
Ecco perché invito il sindaco Coletta e tutto il Consiglio Comunale a mettere al più presto in campo ogni iniziativa necessaria a salvaguardare dalla speculazione commerciale un edificio che potrebbe essere e dovrebbe rappresentare un grande patrimonio per la nostra comunità.
Basterebbe una delibera di consiglio comunale per disciplinare urbanisticamente anche quel solo isolato su cui insiste l’edificio della Banca d’Italia attribuendogli una destinazione a ‘servizi generale con la specificità di servizi universitari’. A quel punto, a fronte di un ‘eventuale vendita ai privati il Comune potrebbe esercitare ad un prezzo sicuramente molto inferiore il diritto di prelazione per acquisire un bene da destinare alla collettività e alla crescita sociale e culturale della nostra città e degli studenti, piuttosto che veder realizzato un punto vendita di qualche anonima catena multinazionale.
La cultura e l’offerta universitaria possono essere il più grande volano di crescita economica di Latina e possono rappresentare la ricetta più giusta per riaccendere il cuore e l’anima della nostra città.
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