Zaccheo: “Latina perde milioni sul ristoro nucleare per colpa di Nardone e Di Giorgi”. L’appello a Coletta perché intervenga

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LATINA – Torna ad intervenire sulla scena pubblica l’ex sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo. Un intervento dettagliato sulle perdite ingenti che il capoluogo rischia di subire per quel che riguarda i fondi sul ristoro per la presenza della Centrale Nucleare. La colpa a suo dire è di chi ha amministrato dopo di lui: il commissario Nardone e il suo successore, Giovanni Di Giorgi.
Dunque, il territorio da cui è partita la battaglia per ottenere un risarcimento dopo la servitù imposta della centrale nucleare, uno di quelli che da oltre 50 anni sta subendo maggiormente la presenza del vecchio impianto, è alla fine l’unico che si trova a ricevere dal Governo centrale appena il 30% degli indennizzi dovuti. Tutto per non aver aderito insieme agli altri Comuni a un ricorso contro una decisione penalizzante, ingiusta e soprattutto errata presa dodici anni fa dall’esecutivo. Questo quanto accaduto a Latina, che ha perso e continuerà a perdere diversi milioni di euro. A dichiararlo, alla luce della recente sentenza emessa sulla vicenda dal Tribunale civile di Roma, è l’ex sindaco Vincenzo Zaccheo, che ora lancia un appello all’attuale primo cittadino, affinché si impegni per recuperare il tempo perduto e risorse tanto ingenti quanto fondamentali per il capoluogo pontino.
Nel 2007, su iniziativa dello stesso Zaccheo, venne costituito l’Ancin, l’Associazione nazionale Comuni italiani nuclearizzati, affiliata all’Anci, e il capoluogo pontino, per volontà di tutti i sindaci dei Comuni nuclearizzati, venne scelto come sede nazionale dell’associazione. L’Ancin avviò subito una battaglia per ottenere, come previsto dalla legge 368/03, misure di compensazione per i territori che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare. L’Associazione, a cui presero parte, oltre al Comune di Latina, quelli di Bosco Marengo, Trino Vercellese, Caorso, Roma, Piacenza, Sessa Aurunca, Rotondella, Ispra e Saluggia, riuscì così a far affluire nei diversi Comuni risorse ingenti. Diversi milioni di euro. Poi però, in base a un’interpretazione data dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri al comma 298 dell’articolo 1 della legge 311/04, i fondi destinati a tali Comuni vennero tagliati del 70%. L’Ancin, ritenendo errata tale interpretazione, decise subito di contrastare quel provvedimento e affidò un incarico a un professionista per appurare se effettivamente quella decisione fosse sbagliata. Ottenute conferme in tal senso, diversi Comuni aderenti all’Associazione nel 2011 citarono a giudizio la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Cipe, e il Ministero dell’economia e finanze, chiedendo che venissero condannati a pagare il 100% di quanto previsto come ristoro per le servitù nucleari, recuperando quanto perso dal 2004 al 2011. “La mia amministrazione cadde nell’aprile 2010 – ricorda l’ex sindaco Zaccheo – e non potei seguire quel contenzioso”. E il Comune di Latina, all’epoca commissariato, non aderì all’iniziativa processuale, restando estraneo al contenzioso. Di recente si è giunti alla conclusione del primo grado di giudizio. Il giudice civile del Tribunale di Roma, Corrado Cartoni, ha infatti riconosciuto alle parti in causa le somme indebitamente non corrisposte dall’amministrazione statale, con sentenza 14894 del 22 luglio 2016, accogliendo le richieste dei Comuni di Ispra, Rotondella, Saluggia, Caorso, Trino, Piacenza, Minturno e Sessa Aurunca. Dunque anche di quei centri soltanto limitrofi a quelli dove si trovano le centrali. Ai ricorrenti andranno circa cento milioni di euro e a Latina niente. Giusto per citare qualche cifra: al Comune di Caorso sono stati riconosciuti circa 26 milioni di euro, a quello di Sessa Aurunca circa 12 milioni di euro, a quello di Saluggia circa 23 milioni di euro. La disattenzione degli ultimi anni da parte di chi ha gestito la cosa pubblica ha portato a questo pesante risultato. E il capoluogo pontino appare anche destinato, non avendo fatto causa, a continuare a percepire solo il 30% degli indennizzi per la presenza della centrale. “A fronte di ciò – dichiara l’ex sindaco Zaccheo – restano alcuni legittimi interrogativi: come mai l’allora commissario Nardone non proseguì, con l’azione giudiziale, l’iter già avviato dall’amministrazione comunale? Per quale ragione l’ex sindaco Di Giorgi rimase del pari inerte?”. Infine l’appello al primo cittadino Coletta: “Rivolgo un accorato appello all’attuale sindaco affinché si attivi quanto prima per ottenere il rimborso delle somme non corrisposte al Comune di Latina. Ogni ulteriore attendismo aggraverebbe infatti una situazione già fortemente penalizzante, a livello economico, per il nostro territorio”.


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