Il Dipartimento di Chimica dell’Università “La Sapienza” di Roma ha organizzato, il giorno 8 giugno nell’aula A dell’edificio Cannizzaro CU014, un workshop dedicato all’idrogeno H2, il più leggero tra tutti i gas, che costituisce una risorsa energetica importante soprattutto per ostacolare i cambiamenti climatici. Tuttavia l’idrogeno è un gas caratterizzato da due peculiarità contrastanti: una negativa in quanto non esiste libero in natura e deve quindi essere ottenuto o per via chimica o per via elettrochimica (elettrolisi) o per via biochimica (idrogenasi per via batterica), e l’altra positiva perché per combustione produce una grande quantità di energia e acqua soltanto secondo la seguente reazione chimica
H2 + ½ O2 –> H2O (vapore acqueo che non è inquinante).
Si deve tener presente che il peso molecolare dell’idrogeno è un ottavo di quello del gas metano CH4, ma rispetto a questo (5% – 15% in volume) ha un campo di esplosività molto più ampio: 4% – 75%, quindi presenta un rischio di esplosione maggiore che richiede per il suo uso, ovviamente, un livello di sicurezza maggiore. Tuttavia, oltre alla leggerezza, a parità di peso e nelle stesse condizioni di temperatura (25°C) e pressione (101.325 Pa = 1 atm), la combustione dell’idrogeno produce una quantità di energia superiore sia a quella del metano sia a quella della benzina; rispettivamente circa due o tre volte di più: 1 kg di H2 ≈ 28.944 kcal, 1 kg di CH4 ≈ 13.300 kcal e 1 kg di benzina ≈ 10.000 kcal.
Il fatto che l’idrogeno, non trovandosi libero in natura, debba essere prodotto, ad esempio per elettrolisi dell’acqua, comporta già un consumo energetico che andrebbe sottratto a quello che si otterrebbe dalla sua combustione. Questo, ovviamente, originerebbe problemi di compatibilità sia economica che ambientale dovuti a tutte le sue possibili applicazioni, da fonte energetica sostenibile. Proprio a causa della complessità del tema è necessario creare allora una “Cultura dell’idrogeno”, che è lo scopo di questo workshop per uno sviluppo sostenibile (v. intervento di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – Importanza del progressivo abbandono dei combustibili fossili e del ruolo rispetto ad esso dell’Idrogeno).
Il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite – IPCC, dopo nove anni di indagine analitica sul clima globale, il 20 marzo scorso, grazie alla partecipazione di scienziati di 195 nazioni ad Interlaken (Svizzera), è pervenuto alle seguenti conclusioni: il caos climatico planetario è in larga parte di origine umana a causa delle emissioni dei gas serra che parzialmente derivano dalla combustione dei combustibili fossili (metano, benzina, gasolio, carbon fossile, ecc.) ed è ancora possibile frenare e mitigare questo problema. “Nel Dipartimento di Chimica di Sapienza Università di Roma, insieme ad EURISPES e all’associazione ambientalista Ecoitaliasolidale, è così nata la volontà di organizzare questo workshop legato a strategie alternative all’uso dei combustibili fossili. Sono stati considerati studi e ricerche da quelli di qualche decennio fa fino ai più recenti, il tutto per valutare concretamente l’abbandono dei combustibili fossili a beneficio delle fonti rinnovabili e dell’idrogeno”. I lavori del workshop, che come chairman ha avuto l’illustre prof. Luigi Campanella, già presidente della Società Chimica Italiana e già preside della Facoltà di SMFN di Sapienza, si riferiscono anche all’utilizzo di batteri, scoperti recentemente da alcuni ricercatori che hanno dimostrato di essere capaci di produrre direttamente l’idrogeno (v. intervento di Ezio Gagliardi, Direttore Laboratorio “Alimentazione Ambiente srl” (Roma) di Microbiologia, Biologia Molecolare e Chimica, ricerche inerenti la via batterica (idrogenasi): produzione biosostenibile dell’idrogeno verde).
A tutto ciò si aggiunga quanto riportato in un mio precedente articolo: https://www.news-24.it/la-conversione-dellanidride-carbonica-in-sostanze-utili-e-la-produzione-di-e-fuel-e-di-bio-fuel-potrebbero-consentire-luso-di-motori-termici-anche-dopo-il-2035/
Francesco Giuliano
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