VIVA VERDI SEMPREVIVO
Non so quanti di voi amino l’opera (lirica),quanti vedano in tv,ore 10.00 (Rai 5) i magnifici replay della/dalla Scala,il “Macbeth” di Verdi,un’esecuzione e un allestimento superlativi,dalla tragedia di Shakespeare. I malevoli insinuarono che il Maestro non lo conoscesse se non per sentito dire,reazione convinta di lui: lo conosco eccome,lo leggo e lo rileggo! Fu un’opera arrovellata,una prima stesura precede la grande trilogia del ’53-’54 (Rigoletto Trovatore Traviata),la seconda-terza è del 1864-65,anno in cui una persona amica gli scriveva:”La specie di dolore che occupa ora gli animi di noi Italiani,è il dolore di chi è caduto e desidera rialzarsi; è il dolore di chi si pente e aspetta e vuole la sua rigenerazione. Accompagna,Verdi mio,colle tue nobili armonie questo dolore alto e solenne; fa di nutrirlo,di fortificarlo,indirizzarlo al suo scopo. La musica è favella intesa da tutti e non v’è effetto più grande,che la musica non valga a produrre”.
Purtroppo a scuola non si parla di Verdi (e di tanti altri),si tralascia di parlare del melodramma d’ottocento,dei leader e lideristica (o mioddio!) nodi/aspetti nevralgici del Romanticismo etc. (si presuppone di necessità il correlativo oggettivo dell’ascolto!). E già che Shakespeare,vivaddio, si studia (è nei programmi!), si allunghi il passo a Verdi (non solo per Macbeth), vi garantisco sarà un progresso! Musica magnifica che qua e là riecheggia “Traviata”, azione scenico-musicale avvincente -la regia dell’opera trasmessa splendidamente cinematografica!-, drammaticità eloquentemente shakespiriana. Mi sono emozionato nel riascoltare il coro “Patria oppressa”, più serrato,direi politicamente più pregnante rispetto a quello di “Nabucco” a confronto,con tutto il rispetto, più retorico. Per l’ltalia di oggi senz’altro più vero e incisivo.
< Patria oppressa! il dolce nome/No,di madre avere non puoi,/Or che tutta a’ figli tuoi/ Sei conversa in un avel./D’orfanelli e di piangenti/Chi lo sposo e chi la prole/ Al venir del nuovo Sole/S’alza un grido e fere il Ciel./A quel grido il Ciel risponde/Quasi voglia impietosito/Propagar per l’infinito,/Patria oppressa,il tuo dolor./ Suona a morto ognor la squilla,/ma nessuno audace è tanto/Che pur doni un vano pianto/A chi soffre ed a chi muor>.
Il finale potremmo dedicarlo tranquillamente ai politici dell’ultim’ora. A proposito: l’avete sentita la Meloni?! Niente a che vedere per energia e istigazione all’azione (!) con Lady Macbeth! Eppure,fosse ancora vivo Verdi ripenserebbe per lei una “Traviata” politicamente riadattata, con un brindisi di nuovo conio…”Fratelli d’Italia/l’Italia s’arresta/ ma tosto la Giorgia fremente /a riaccender nuovo vigor s’appresta./ Giammai lei fu traviata bensì /travagliata dai sinistri oppressor/ da cui liberarvi intende e vuol/ con animo fiero e indomito ardor!”(giaul)
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