Vite Digitali. Festival dell’Etica pubblica

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All’intelligenza artificiale mancano i fattori decisivi, come l’empatia e il discernimento, per formulare un giudizio morale. (Francesco Bellino)

Presso l’Auditorium Parco della Musica “Ennio Moricone” di Roma (6-8 Maggio 2022) si è svolta la prima edizione del Festival dell’Etica pubblica organizzato dalla Fondazione Musica per Roma e dalla Luiss Ethos, l’Osservatorio di etica pubblica della Luiss Business School diretta  dal professore Sebastiano Maffettone.

Un Festival interessante, coinvolgente, utile per cercare di fare chiarezza su problematiche di natura filosofica, giuridica, politica, economica e culturale. Tre giorni di intense riflessioni interdisciplinari di studiosi ed esperti italiani e stranieri sull’impatto che l’Intelligenza Artificiale (AI), che produce una forma di conoscenza a partire da informazioni, sta avendo sugli esseri umani determinando un cambiamento epocale nella vita di quotidiana e nella cultura. La trasformazione digitale sta imponendo, infatti, un ripensamento dei concetti di impresa umana, di luogo e di spazio.

Il rapporto tra le nuove tecnologie emergenti, in particolare dell’Intelligenza Artificiale e le prospettive etiche (Etica e AI) è stato l’argomento centrale del Festival declinato in riferimento ai problemi della complessità e dell’innovazione sociale, della religione e spiritualità, dello sviluppo economico e della robotica, della sanità e della sostenibilità, dei nuovi modelli educativi e della creazione artistica.

Oggi le macchine, basate sugli algoritmi, stanno sostituendo le attività di molti esseri umani e stanno acquisendo un ruolo di primo piano in ampi settori della vita dell’uomo. Gli strumenti digitali sono sempre più pervasivi e stanno invadendo il mondo umano, e di conseguenza maggiore è il rischio di non riuscire a controllare macchine pensanti che da automatiche stanno diventando sempre più autonome.

Il progresso digitale e l’innovazione tecnologica degli ultimi anni hanno profondamente trasformato la società. I nuovi strumenti a disposizione degli esseri umani hanno cambiato, oltre gli stili di vita e i comportamenti umani, il volto della comunicazione, della pubblica amministrazione, dell‘istruzione, del consumo di informazioni e di molti altri aspetti della vita quotidiana. L’intelligenza artificiale, che acquisisce sempre più capacità predittiva, è potenzialmente utilizzabile per promuovere il benessere individuale e sociale migliorando il progresso e l’innovazione.

Questa profonda rivoluzione digitale pone inquietanti interrogativi sulle enormi trasformazioni nel settore dell’economia e dell’impresa, nel mondo dell’arte e della cultura, e dell’urbanistica. Da quando i computer hanno incominciato a popolare il mondo, negli esseri umani sono nati timori e speranze, si sono diffuse preoccupazioni di natura etica e  morale, legale e politica.

Gli esperti, filosofi, robotologi, tecnologi, massmediologi, giuristi, scienziati, esperti di digital humanities, storici, politici, ritenendo che la rivoluzione digitale possa essere una opportunità di progresso e di sviluppo, si sono confrontati nel modo in cui è possibile dare senso alle nuove problematiche della rivoluzione digitale.

Tra i massimi esperti, che hanno affrontato i vari argomenti, si segnalano, per la loro “alta” competenza professionale e il loro analitico acume di indagine, soltanto alcuni, per ragioni di spazio e non certamente di importanza e di valore.

Secondo Mario Rasetti, fisico teorico, la rivoluzione digitale, che riguarda i Big Data e l’Intelligenza Artificiale (AI), sta producendo un cambiamento di paradigma pari a quello prodotto dalla scoperta dei caratteri mobili di Gutenberg e di quello dovuto alla macchina a vapore di Watt; mutamenti che stanno modificando la struttura profonda delle relazioni umane e sociali. Con l’aiuto dell’AI il professor emerito ha illustrato i nuovi orizzonti sulla struttura del cervello umano,

Per il teologo Paolo Benanti, professore della Pontificia Università Gregoriana, la nuova disponibilità di un’enorme quantità di dati, unita con gli strumenti statistici per elaborarli, offre una modalità completamente nuova per capire il mondo. L’evoluzione tecnologica “schiava” del mercato si è spinta a tal punto che per la prima volta nella storia ha cambiato la faccia del mondo con tutti i rischi di sopravvivenza della specie umana.

Jeffrey Schnapp, designer e storico umanista statunitense di Harvard, fondatore del MetaLab, intervistato da Tommaso Ricci, caporedattore del Tg2 Cultura, nell’esporre il Digital Humanities, ha sottolineato come il digitale impatti i modelli di produzione, disseminazione e trasmissione della cultura.

Gli stimoli ricavabili dalle tre giornate del Festival dell’Etica pubblica hanno sicuramente soddisfatto il desiderio di comprendere il «tempo che stiamo vivendo» e hanno reso i partecipanti più consapevoli delle innovazioni in atto nella società e nella cultura del presente e dell’immediato futuro.

 


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