ROMA – Cosa c’entra la circolarità con il benessere e i virus? A quanto pare tutto è abbastanza collegato nel sistema mondo.
Sul sito della rivista online Tutto Intorno a Noi è possibile trovare molti articoli sull’economia circolare. Ma anche approfondimenti sull’energia, sull’ambiente, il riciclo e alcune informazioni inevitabilmente collegate alla crisi sanitaria di questo periodo.
L’Economia circolare sembra essere uno strumento e una risposta che l’uomo ha a disposizione per far fronte alle problematiche attuali.
È una possibile risposta, nel senso che si sa: tutto scorre, tutto è in evoluzione e le esigenze del futuro potrebbero modificarsi.
Eppure, anche “domani” la circolarità potrebbe aiutare a rispondere. Perché?
I principi e il concetto di economia circolare sono ispirati agli ecosistemi naturali e valorizzano il potenziale umano
Si tratta di un modello economico innovativo che può rispondere in maniera adeguata ed efficace alle sfide che l’uomo contemporaneo è chiamato ad affrontare.
Il modello economico utilizzato finora è definito lineare. Ed è un approccio che induce al “consumo”. Per cui più si ha bisogno di prodotti, più si sfruttano le risorse allo stato grezzo, più si produce immondizia.
Sotto il segno della circolarità, invece, vediamo agire: ambientalisti, attori, economisti, politici, ingegneri, giornalisti, musicisti. Giovani, anziani e bambini.
Citare tutti sarebbe impossibile, ma è essenziale iniziare con alcuni nomi: Bill Gates, Papa Francesco, Greta Thunberg, Steven Chu, Mark Carney, Gunter Pauli, Carlo Petrini.
Il loro appello: “Agire uniti contro la crisi!”
Si tratta di qualcosa che mai prima d’ora ha reso l’umanità tanto vulnerabile e allo stesso tempo determinata al cambiamento.
Tutto Intorno a Noi è un’ottima guida per iniziare ad esplorare.
Economia circolare e rifiuti
Tutti sanno quanto sia problematica, al giorno d’oggi, la situazione dei rifiuti nella maggior parte delle regioni del pianeta.
L’economia circolare, quindi, propone una modalità di produzione e utilizzo che trae ispirazione dalla natura e dai sistemi viventi.
In natura non esistono rifiuti, non esiste scarto. E soprattutto, non esiste spreco!
Quando un elemento giunge alla fine del suo ciclo di vita diventa “cibo” per qualcos’altro.
Un esempio: qualsiasi essere vivente, morendo per cause varie, diventa nutrimento per il suolo.
Oppure, un esempio di economia circolare applicato dall’uomo fino a poco tempo fa: la cenere utilizzata per lavare gli indumenti!?
Basterà chiedere ai nonni per saperne di più.
In fine dei conti, si potrebbe cercare di riconvertire anche strategie già conosciute per non portare il pianeta al collasso troppo precocemente.
A causa dello spreco superficiale di tanta ricchezza, offerta “molto generosamente” dagli habitat in cui l’uomo vive, le condizioni di vita degenerano.
La circolarità propone un nuovo filtro, un modello innovativo, una -Economia- grazie alla quale l’uomo potrebbe evitare di produrre immondizia, visto che in natura nulla diventa rifiuto. Evitare di sprecare energie preziose e mantenere un certo standard di vita.
In più valorizzare le diversità in quanto risorsa fondamentale per affrontare le crisi.
In ogni caso, dando una semplice occhiata al magazine, sarà evidente che in tanti si stanno muovendo in questa direzione.
Perché se ne trae benessere e quello che si costruisce è ricchezza.
Cosa c’entra il virus con la circolarità?
Quando lo scrittore scientifico David Quammen ha partecipato all’edizione 2016 di “La Repubblica delle Idee” con Marco Cattaneo ha parlato del “domani”.
Secondo Quammen, gli esseri umani sono responsabili nell’originare nuove malattie poiché sono legati indiscutibilmente alle altre specie.
Una forma di questo legame sono proprio le malattie.
Lo scrittore, quindi, fa riflettere sulle zoonosi: una qualsiasi malattia trasmissibile dagli animali all’uomo direttamente o indirettamente.
L’uomo è parte della natura non è separato, né al di sopra di essa.
Quindi il fatto che l’essere umano distrugga gli ecosistemi, che ospitano diversi tipi di creature, è abbastanza paradossale.
Perché secondo gli scienziati per ogni specie animale o di pianta potrebbero esserci dieci specie uniche di virus, “in attesa”.
Tutte le attività sconsiderate come: bruciare o tagliare foreste, spianare strade, creare insediamenti, uccidere selvaggina… creano la possibilità che nuovi virus si distacchino dagli esseri che li ospitano per cogliere “l’opportunità” di contagiare esseri umani.
Questa è distruzione, ammonisce Quammen. Una volta contagiate le persone, i virus si adattano, trovano le informazioni per passare da un essere umano all’altro e sono in grado di viaggiare a grande velocità
Quando la trasmissione è efficace il virus può uccidere, al suo passaggio, milioni di persone.
Non resta altro da fare che imparare (anche) dall’economia circolare: il rispetto per la natura.
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