UOMINI E NO
Ho proposto di recente un frammento dall’Antologia Platina (o Greca) di Gregorio di Nazianzo (età medioevale), mi è tornato alla mente ieri pomeriggio assistendo alla stupefacente sacra “rappresentazione” di Papa Bergoglio. Immerso-inquadrato in una scenografia astrale, di un vuoto pneumatico spaventevole e al tempo stesso d’incredibile suggestione, un vuoto assordante e palpitante di migliaia di “voci di dentro”,vive e commosse,ha offerto una “interpretazione” da brivido, in un clima da astronave su Marte. Lui, Bergoglio, la controfigura del Cristo fatto uomo,dell’ “oltreuomo”, uno Zarathustra che parlò dell’Unico e dei Molti. Sostenuto dall’unica certezza della Fede e dell’umana Solidarietà. ” C’era una volta che Cristo dormiva umanissimo sonno/ dentro la barca. Sconvolto da soffi torbidi il mare./Gli uomini per la paura gridavano: <Svégliati, aiuta,/Salvatore,ché siamo perduti>. Si leva il Signore,/ordina a venti e flutti la tregua, che subito venne./Meravigliando,ciascuno capì la natura divina”. La paura si vince con l’audacia della perseveranza, dell’ “essere tutti fra sé confederati” (Leopardi): una catena della solidarietà e di reciproca fiducia nell’opporre resistenza alla natura matrigna. Da soli non si combatte né vince, tutti uniti e solidali si procede vincenti. Una visione(nel senso pieno) e un messaggio quelli di Bergoglio che non hanno riscontri,mi permetto dire neanche con il pur clamoroso “abbraccio” di Pio XII alla Roma città aperta( bombardata) nel ’43, a San Lorenzo: due scenari di distruzione e morte, quello attuale ancora più agghiacciante. Con due corollari di diverso significato, l’uno, altamente nobile -la mesta visita del Sindaco Coletta al Cimitero cittadino,ieri col Vescovo, oggi da solo, alle tombe dei bambini-,l’altro, assolutamente ignobile -le sempre più insopportabili “bestemmie” d’un Salvini, la volgarità eletta a imperativo categorico: continuo a chiedermi per quale assurda ragione il Presidente della Repubblica non possa intervenire (o si astenga) per ammonire o sanzionare tanta profanazione. Particolarmente toccante e significativa la visita solitaria del Sindaco alle “urne dei deboli” cioè i bambini, un tramite naturale dei vecchi, specie delle vittime di questo maledetto virus unitamente a quei medici immolati, è il caso di dire, per la salvezza di tanti esseri umani. Un doveroso omaggio ai “sepolcri” in nome del sentimento cristiano, cattolico o laico, non ha importanza, diciamo foscoliano per ricordare che “Sol chi non lascia eredità d’affetti/poca gioia ha dell’urna”: è vero, ma in questo devastante flagello,purtroppo, sono stati a centinaia a non poter avere la gioia del sepolcro per cause di forza maggiore. A non essere stati confortati da una degna sepoltura lasciando la propria “polve alle ortiche di deserta gleba/ove né donna innamorata preghi,/ nè passegger solingo oda il sospiro/che dal tumulo a noi manda Natura”. Col suo gesto il Sindaco Coletta è come se avesse onorato il Milite Ignoto. Immagino lui e ognuno di noi aggirarsi (col pensiero) tra quei morti, prostrati e desolati, alla stregua di quel “mendico cieco [Omero] ….brancolando negli avelli, e abbracciar l’urne,/ e interrogarle”. A tutti loro e quanti furono noi tributiamo “onore di pianti…ove sia santo e lagrimato il sangue/per la patria versato, e finché il Sole/ risplenderà su le sciagure umane” (U.Foscolo, Dei Sepolcri).
Purtroppo, a tutti gli uomini di buona volontà si contrappongono coloro che uomini non sono, “sciaurati,che mai non fur vivi….”, appartenenti a “la setta d’i cattivi,/ a Dio spiacenti e a nemici sui” (Dante,Inf.III)  (gimaul)


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