Sarà presentato il 30 maggio dalle 14.30 in video conferenza il libro della giovane scrittrice Giulia Di Leo. “Una storia lunga un’Eternit“, edito dalla casa editrice ETICA, descrive un vicenda particolare dell’industria italiana degli anni ottanta conclusasi non molto tempo fa. Scrive la Di Leo nella sinossi: “Nel 1982, il Procuratore della Repubblica di Torino, Raffaele Guariniello, dispose un’indagine epidemiologica, eseguita dall’epidemiologo Benedetto Terracini, avendo notato il problema di
un’esplosione di patologie da amianto a Casale, l’asbestosi e il mesotelioma. La molla che aveva fatto scattare l’allarme in Raffaele Guariniello, da sempre impegnato nei
procedimenti penali riguardanti infortuni sul lavoro, malattie professionali e tutela del consumatore, aveva in realtà origini lontane e risaliva al 1907. Il 6 aprile 2009 si aprì il primo procedimento penale per disastro ambientale in Europa, il primo a
comprendere un reato di omicidio colposo e l’omissione dolosa di cautele anti-infortunistiche. Fu definito il “processo dei record” quello contro Stephan Schmidheiny e Jean-Louis Marie de Cartier
de Marchienne, il miliardario svizzero e il barone belga ex-dirigenti della multinazionale. Il 13 febbraio 2012, la Corte condannò a sedici anni i due proprietari. Nel giugno del 2013 termina anche il processo di secondo grado, che vede Stephan Schmidheiny, rimasto nel frattempo l’unico imputato, condannato a diciotto anni di carcere. Poi tutto fu annullato dalla sentenza di prescrizione della Cassazione del 19 novembre 2014.
E a Casale continuava a rimanere la paura, dietro la polvere d’amianto c’erano tante vite, quelle spezzate, quelle traumatizzate, quelle che ancora lottano per una giustizia non ancora arrivata. Perché il mesotelioma ha colpito chiunque e la morte è sempre dietro l’angolo. Il 24 gennaio 2020 è stata accolta la richiesta della Procura e Stephan Schmidheiny torna a processo, con l’accusa di omicidio volontario. Questo lavoro è dedicato alle vittime, ai parenti che le ricordano lottando ogni giorno, ai progressi medici, alla bonifica, alla ricerca scientifica.
Un libro sobrio, intenso, asciutto, che narra con lucidità e in uno stile quasi febbrile gli eventi, il contesto, la storia ma, soprattutto le vicende umane e personalissime di tutti: i morti e i vivi, i
sopravvissuti, i medici, gli epidemiologi, le parti politiche e sindacali, e poi le paure e le ansie, il dolore e la rabbia, e le lotte.
Tutto per mezzo d’interviste e di testimonianze, tutto sul filo del rispetto per chi non ce l’ha fatta e per chi, ancora, continua a combattere affinché giustizia sia fatta. Dice l’autrice: “ Ho visto con i miei occhi e ho conosciuto. Ho ascoltato le storie e ho scritto. E non mi dimentico”.
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