Endemicamente la scuola su cui,ancora oggi interviene Recalcati (Repubblica) che continua non dico a consolarmi ma a confermarmi nelle mie analisi,critiche “bestemmie” che vado esternando dai tempi dei tempi. Lui parla di “una scuola in terapia intensiva” su cui però e purtroppo,soggiungo, su cui però si tarda ancora a intervenire “chirurgicamente”. La cui emergenza emerge clamorosamente in questo periodo unicamente in merito alla didattica a distanza (per carità!), ai cosiddetti limiti di sicurezza: ma quando mai questa scuola ha “assicurato” una formazione ad ampio spettro o respiro? A parte il cinema,il teatro, la musica settori (direi discipline) non da molti anni solo episodicamente orecchiabili per buona grazia e volontà di alcuni provvidenziali docenti, la grande assente resta la POLITICA. Ho già detto della utilità e necessità di fare-parlare di politica a scuola, dimostrare agli alunni che la vera politica è quella sostenuta da un pensiero politico,insomma, dalla episteme e non dalla doxa. Perché non adottare “La politica degli Ateniesi” (Athenaion politeia) di Aristotele (nei licei classici con testo greco),un testo esemplare così come le “Legazioni e commissarie” di Machiavelli (scontato Il Principe che,comunque,viene letto sì e no a brandelli o stralci etc.)? Lo stesso discorso vale per la poesia, viva sempre Leopardi ma Goethe, Holderlin e illustre compagnia? Solo e sempre Shakespeare?! Che dire del Romanticismo senza minimamente pensare a Schumann (La musica romantica) di per sé più istruttivo e chiaro di tanti Romanticismi “di scuola” (leggi letterature)? Dunque,cultura europea. Ma guardare oltre lo steccato scolastico (miserevole) non significa il “nome e cognome” implica altresì la lettura di determinati autori-testi che addestrino i giovani al pensiero politico,appunto, a pensare e ragionare politicamente cioè a “fare politica”, a crescere. A capire che la vera,seria politica non è quella dei Casa Pound, dei Salvini e di tutta la marmaglia che ci castra politicamente,appunto, una falsa,brutta politica,non sostenuta peraltro da un pensiero che non è l’ideologia semplicisticamente intesa. Purtroppo la carenza culturale riguarda la classe dirigente priva di una solida cultura o preparazione (vedi Recalcati precedente articolo),il peccato d’origine di cui la scuola,nel contesto, è il palese,triste derivato: una scuola che anziché addestrare e abbracciare la “visione del mondo”(semanticamente pregnante il termine tedesco Weltanshauung) si limita all’approssimazione, all’in-cultura del di tutto un pò,in una parola: alla “letteratura”! Lo stesso caso di Giulio Regeni è un caso politico e al tempo stesso culturale, divenuto un vulnus spaventoso che attossica le nostre istituzioni. Augurandoci a posteriori (a risoluzione avvenuta), perché non pensare a un “progetto politico” correlato allo scandalo, all’anomalia e vergogna di un caso umanissimo, lacerante e sconcertante? Continuare a leggere i poeti? D’accordo, ma pure quelli, da sempre, la politica la facevano, come? Non basta “dirlo” ai ragazzi bisogna invece farglielo “vedere” e “toccare” ragionando di politica. A scuola,a casa,nelle piazze: come ho già annotato,alla manifestazione sul razzismo (Latina) dei giovani solo l'”ombra”! (gimaul
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