Tre indagati per omicidio colposo, dopo la morte sui binari dell’operaio di Formia, Attilio Franzini

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Le indagini sono partite e il pubblico ministero di Bologna Luca Venturi ha iscritto i primi tre nomi nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Polfer sulla morte di Attilio Franzini, l’operaio 47enne, originario di Formia e dipendente della Salcef, investito e ucciso da un treno intercity mentre stava lavorando sulla linea Bologna-Venezia, a ridosso della stazione di San Giorgio di Piano, nel bolognese.

L’ipotesi è quella di omicidio colposo. Un atto dovuto per poter procedere agli accertamenti irripetibili e consentire agli indagati di nominare i propri consulenti.

Gli investigatori intanto hanno ascoltato in questi giorni i 15 lavoratori della Salcef Group di Roma, impresa romana che ha in appalto da Rfi interventi di manutenzione sulle linee ferroviarie, presenti al momento della tragedia. Fra questi, anche il capocantiere e il responsabile della sicurezza. Partecipano alle indagini anche i parenti di Franzini, assistiti dall’avvocato Giovanni Valerio che sta cercando di evidenziare tutti punti ancora da chiarire di questa ennesima tragedia sul lavoro. Primo tra tutti, il perché la Ausl si stata chiamata parecchio tempo dopo l’incidente.

Inoltre, il dubbio più grande riguarda la posizione di Franzini al momento dell’impatto con l’Intercity notte partito da Roma, cioè intorno alle 4,30 del mattino. Perché l’operaio si trovava lì ? I suoi colleghi stavano lavorando sui binari 3 e 4 e forse lui è andato a recuperare del materiale o degli attrezzi sul furgone della ditta, parcheggiato vicino al binario 1. Anche il binario 1 sarebbe dovuto essere chiuso al traffico? I lavori di manutenzione, da quanto riporta il Resto del Carlino, avrebbero riguardato tutti i tracciati nei pressi della stazione di San Giorgio di Piano, dalle 23.30 alle 5 di mattina, mezz’ora dopo l’impatto. Dai primi accertamenti sembra che il 47enne non sia stato centrato dal treno, ma urtato con violenza e sbalzato via. Cadendo a terra, probabilmente, ha sbattuto la testa al suolo.

A Bologna intanto sindaci e amministratori sono scesi in piazza insieme ai sindacati per dire “no alle morti sul lavoro”. Un presidio è stato promosso  dal Cgil, Cisl e Uil insieme a 46 comuni del territorio. La Fiom-Cgil ha annunciato che si costituirà parte civile nel futuro processo per la morte di Attilio Franzini.

(Fonte Latina Today )


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