Torrino della Ceschina e Parco del Belvedere in totale degrado, a primavera previsto il recupero

Nuova proposta dell'amministrazione dopo il mancato intervento del 2018

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Il torrino della Ceschina, Villa Letizia, Livorno - Foto Simone Consigli

LIVORNO – Il restauro partirà a primavera fanno sapere dagli uffici di Palazzo Comunale ma ormai sembra che basti un soffio di vento per far crollare tutto. Il Torrino della Ceschina è abbandonato da mezzo secolo tra crolli, impalcature, rovi e incuria. Il cancello è sprangato e l’immagine che rende la struttura ottocentesca che fa capo a Villa Letizia ad Ardenza, nel cuore del lungomare livornese, tra il rinato ippodromo Caprilli e la gettonatissima e ristrutturata Baracchina Rossa è di totale degrado e sta diventando un pugno in un occhio per la tanto amata passeggiata a mare dei livornesi.

Foto Simone Consigli

Il progetto di recupero esisteva ed è datato 2018, approvato dall’amministrazione Nogarin con quasi due milioni di euro di finanziamento ma ad oggi niente è stato fatto e tutto è finito nell’oblio. Adesso la promessa si rinnova e prevede il recupero di tutta l’area verde che si estende dall’ippodromo fino al Torrino che è l’antica entrata della villa situata in via dei Pensieri. I livornesi, stufi di vedere un bene prezioso per la comunità abbandonato, si sono lamentati e sono state varie le rimostranze soprattutto sui social network, Facebook in particolare. Evidentemente qualcosa si è mosso e la prossima primavera vedremo se l’ennesima promessa di recupero sarà mantenuta. Secondo le dichiarazioni ufficiali i lavori sono già stati assegnati alle ditte competenti e il recupero strutturale sarà affiancato da un’opera di disboscamento che regalerà ai cittadini un parco attrezzato.

Villa Ombrosa sempre ad Ardenza, Villa Gower al Castellaccio, la Villa delle Rose a Montenero dove soggiornò Lord Byron in fuga da Pisa dove era impegnato con la Carboneria, le due ville di Monterotondo, Rodocanacchi e Maurogordato, sono tutti preziosi immobili con qualcosa da recuperare, ristrutturare e valorizzare. Nessuna di queste strutture è stata realmente presa in considerazione per quello che è il suo valore storico e architettonico. Un valore di spessore per Livorno, perché mentre per le testimonianze storiche di una Livorno che fu, nel centro città, c’è ormai poco da fare, tra le distruzioni dei bombardamenti e la ricostruzione post bellica, per le residenze storiche e di villeggiatura dei “ricchi signori” dell’epoca, che avevano i loro palazzi in città e le case per le vacanze e il riposo in collina e a sud del centro abitato, molto si potrebbe fare e non viene fatto. Le ville livornesi erano le residenze estive dei grandi capitalisti dell’epoca che risiedevano a Livorno, ricchi mercanti, per lo più provenienti dall’estero e appartenenti alla Livorno delle Nazioni e delle Leggi Livornine, il passo storico cruciale che ha fatto il carattere e il tratto distintivo della città. Villa Letizia o Villa Potianowski, dal nome del principe che la eresse, nella sua storia ad esempio è appartenuta a Ester Cave, vedova Bondi, figlia di uno dei più importanti esponenti della comunità ebraica livornese. Il restauro del Torrino della villa e del parco partirà a primavera, fanno sapere dall’amministrazione comunale, quattro ettari da bonificare e le volte colonnate del Torrino a rischio crollo e quasi totalmente degradate da ristrutturare, un grosso e difficile lavoro per restituire un bene prezioso alla città dopo mezzo secolo di abbandono, nel pieno del tratto di lungomare più amato da tutti i livornesi.

Foto Simone Consigli

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