5Titolo: The Old Oak
Genere: dramma
Durata: 113 min
Regia: Ken Loach (87 anni)
Sceneggiatura: Paul Laverty
Musiche: George Fenton
Produzione Paese: UK, Francia, Belgio, 2023
Cast: Dave Turner, Abla Man, Debbie Honeywood, Reuben Bainbridge, Rob Kirtley, Andy Dawson, Chris Gotts, Lloyd Mullings, Joe Armstrong, […]
“The Old Oak” (La Vecchia Quercia), l’ultimo pub rimasto aperto al pubblico e unico luogo di incontro degli abitanti di un paese minerario dell’Inghilterra settentrionale, un tempo fiorente ma che, da circa un trentennio, è in declino non solo economico ma anche valoriale per la chiusura delle miniere, fonte di lavoro. TJ Ballantyne (Dave Turner), il proprietario di quel locale già fatiscente, lo tiene ancora aperto grazie alla frequentazione di quei pochi abitanti che vi trascorrono un po’ di tempo bevendosi qualche pinta di birra. Tuttavia, “The Old Oak” rischia la chiusura definitiva nel momento in cui dei profughi siriani vengono trasferiti in quel paese e stranamente in seguito all’incipiente amicizia di TJ con una giovane siriana, Yara (Ebla Mari), sorta per la rottura accidentale di una macchina fotografica di costei. Questa amicizia, infatti, causa un serie di piccoli eventi di solidarietà, da cui deriva come un effetto farfalla una situazione inconciliabile tra le due comunità. Ne scaturisce un dramma fortemente coinvolgente e commovente dovuto all’instaurarsi di sentimenti antitetici per la paura di una parte di perdere quel poco rimasto o di avere dell’altra parte quel poco necessario per sopravvivere, e per la difficoltà di trovare la speranza. Infatti, la speranza è oscena in quanto è la negazione di un cambiamento in meglio ma senza speranza il cuore soffre. Scrive Luc Ferry, nel saggio Al posto di Dio, che «sperare, per definizione, non significa essere felici, bensì essere in attesa,provare la mancanza, il desiderio insoddisfatto e impotente: “sperare è desiderare senza godere, senza sapere, senza potere”. Senza godere, perché si spera soltanto quello che non si ha; senza sapere, perché la speranza implica sempre una certa dose d’ignoranza rispetto alla realizzazione dei fini desiderati; senza potere, dato che nessuno si sogna di sperare ciò che gli è dato di realizzare pienamente».
Eppure deve esserci un modo per fare incontrare gli uni con gli altri e quel modo Yara lo suggerisce a TJ, per caso, da un adagio che spesso le ripete sua madre: quando mangi insieme, resti insieme. E questo stare insieme fa ritornare alla mente il Simposio di Platone, quel famoso banchetto filosofico in cui si mangia, si beve e si discute insieme (sul tema dell’amore), da cui emerge, come avviene fisicamente per risonanza tra due pendoli oscillanti sulla stessa parete che tendono a sintonizzarsi assumendo lo stesso ritmo, quella capacità sublime di ogni individuo di mettersi nei panni dell’altro e di oscillare l’uno e l’altro sentimentalmente con lo stesso ritmo, che significa sentire allo stesso modo.
Diretto da Ken Loach, regista inglese due volte “Palma d’oro” al Festival di Cannes e “Leone d’oro” alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia, il film The Old Oak esamina e confronta con destrezza e attenzione lo stato sociale degli abitanti dei paesi occidentali (in particolare nel film l’Inghilterra) con la condizione tormentata e difficile dei profughi siriani (o di quelli di ogni altro paese) che scappano dalla guerra. In ogni caso il film mette in risalto in ciascun comparto la presenza di uno stato di profondo disagio e di sconforto e di insanabile sofferenza, che si può superare soltanto con la solidarietà, l’incontro, il dialogo – come avviene tra TJ e Yara -, e il rispetto dell’uno verso dell’altro.
Ken Loach usa tutta la sua indiscussa perizia e la sua incommensurabile sapienza nel intraprendere un’analisi sulle correlazioni umane, attraverso un linguaggio talvolta parlato talvolta taciuto, in un contesto musicale appropriato, ma, in ogni caso, con un’espressività forte, comunque eloquente, attraverso cui penetra pian piano, ma senza incertezza alcuna, nell’interiorità umana e ne fa completa breccia estraendone emozioni e riesumandone buoni sentimenti latenti che sono la sublime espressione dell’animo umano.
Un ulteriore plauso a Ken Loach che a ottantasette anni mostra una lucidità analitica semplice e immediata, con cui elabora pian piano un artificio magnifico per mezzo del quale fa comprendere che l’umanità intera gode di una prerogativa latente che, se estrapolata con cura, mostra tutta la sua efficacia nel superare e annullare la stupidità umana che è deleteria per il mondo intero desideroso di pace e tranquillità.
The Old Oak ha concorso per la Palma d’oro al Festival del Cinema di Cannes 2023.
Filmografia
Poor Cow (1967), Kes (1969), Family Life (1971), Blck Jack (1979), The Gamekeeper (1980), Uno sgaurdo, un sorriso 81981), Fatherland (1986), Fatherland (1988), L’agenda nascosta(1990), Riff-Raff – Meglio perderli che trovarli (1991), Piovono pietre (1993), Ladybird Ladybird (1994), Terra e libertà (1995), La canzone di Car(1996), My Name Is Joe (1998), Bread and Roses 82000), Paul, Mick e gli altri 82001), Sweet Sixteen (2002), Un baio appassionato (2004), Il vento che accarezza l’erba (2006), In questo mondo libero (2007),il mio amico Eric (2009), L’altra verità (2010), La parte degli angeli (2012), Jimmy’s Hall . Una storia d’amore e libertà (2014), Io, Daniel Blake (2016), Sorry We Missed You (2019).
Francesco Giuliano
News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.