Terracina, Cetrone sfida gli avversari al rispetto degli impegni elettorali

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TERRACINA – Gina Cetrone sfida i suoi avversari nella corsa alla carica di primo cittadino sul terreno del rispetto degli impegni programmatici. Lo fa in tono sferzante e ironico, per stanare le tante promesse elettorali che si ascoltano durante la campagna elettorale.
“Da più parti – si legge nella nota della candidata per la lista civica Si Cambia – arrivano inviti ai candidati a sindaco tesi a impegnarli su vicende di cui la città soffre, per lo più antiche e irrisolte, altre di più recente formazione.
Responsabilità che alla vigilia di un’elezione sono facili da prendere e forse, considerata la storica tendenza, impossibili da risolvere in seguito, per una serie di motivazioni che gli eletti troveranno con facilità una volta entrati a Palazzo.
A tutti questi richiami e ai buoni propositi di tutte le forze politiche e civiche, non ho però sentito nessuno affermare che se non terrà fede a quanto sottoscrive all’interno del programma elettorale e dunque di governo, si ritirerà dalla politica attiva.
Chiaro è che il cittadino terracinese non è un asino da portare a spasso, casomai sulla nuova piazza Aldo Moro, e riconosce chi lo sta prendendo ancora una vota per il naso.
Per questo all’elettorato ho proposto 10 inderogabili punti del mio programma da portare a termine nell’arco della consiliatura, pena il disimpegno dalla politica.
E’ da qualche tempo che comunico questo proposito, che se adottato da tutti forse riconsegnerebbe ai cittadini un minimo di certezze, rispetto alle chiacchiere che rimbalzano come “mongolfiere” in ogni angolo del territorio comunale.
La speranza, in ogni modo, la ripongo nel cittadino terracinese, che ha la giusta lungimiranza e capacità di allontanare dall’amministrazione della città quelli che negli anni hanno frantumato il dialogo politico e avvelenato i pozzi di ogni possibilità di fare fronte comune per il bene di Terracina.
E di respingere dalle stanze del governo comunale chi ha posto in campo un’idea malsana di intendere la politica e l’amministrazione pubblica, che come risultato tangibile ha prodotto solo stratosferiche tasse e una scarsa qualità di vita sociale, in una città dalle mille possibilità.
Per il resto sono favorevole al trasferimento del “mausoleo Moro”, ma anche a una revisione del progetto che ha condotto alla realizzazione di una piazza invivibile per il cittadino.
E ancora: ridiscutere il progetto della pista ciclabile di viale Circe, compresa una mobilità veicolare diversa da quella in vigore, rimodulare l’Azienda Speciale Terracina, riportare sotto il controllo del comune la gestione del Tempio di Giove, andare a vedere le carte di tutti quelli che hanno in corso o realizzato protocolli d’intesa con l’Ente, che dovevano dare in cambio spazi a uso della comunità e forse non lo hanno ancora fatto.
Fermare, dove è possibile, la vendita del patrimonio immobiliare comunale, ridurre con provvedimenti seri e non brutalmente compromettenti per i cittadini il debito pubblico accumulato, riprendere a “parlare e coinvolgere” tutte le forze sane della città, senza esclusione di nessuna.
Ecco, questo e altro serve per Terracina, ma ci vuole un impegno serio e non il ricorso al riciclo “dell’arcaico fuoco prodotto da due spuntate pietre focaie”.


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