Teorema elementare di Leone D’Ambrosio
O amata vita, la tua bellezza/ha la forma incostante dell’acqua,/gli spasmi di luce nel cielo scuro/ e i colpi di respiro nel rumore/lieve della terra, altre volte.
Questi meravigliosi versi, riportati in esergo, si trovano nel componimento Stagioni senza confini dedicato al cantautore Franco Battiato, recentemente scomparso, e mostrano la perfetta sintonia della particolare sensibilità che Leone D’Ambrosio e il cantante manifestano nella loro inconfondibile cifra poetico-letteraria e sonoro-musicale.
Leggere attentamente le poesie raccolte nell’ultima silloge (pubblicata da Edizioni Ensemble) Teorema elementare di Leone D’Ambrosio lascia nella mente e nell’anima del lettore indelebili tracce per l’affascinante senso di leggerezza e di incantevole piacere per la parola poetica che esprime, con nitidezza comunicativa, pensieri e passioni, immagini e fantasie, ricordi, emozioni e sentimenti.
Come diceva il Premio Nobel per la letteratura Eugenio Montale «La poesia dev’essere una sintesi di sentimento pensiero, intuizione e cultura, valori umani e valori puramente estrinseci. Tutto sta nell’equilibrio». Questa idea di poesia in equilibrio è possibile rintracciarla anche nelle poesie di Leone D’ambrosio, considerato da molti appassionati cultori di poesia, una delle voci poetiche più interessanti del nostro territorio.
Nella lirica iniziale, Teorema elementare, che apre e fornisce il titolo alla raccolta, si possono individuare i temi essenziali, ricorrenti della poesia dell’autore che sono la melanconica nostalgia del suo paese e dei suoi concittadini, le sue idee sul «dubbio dell’eterno» e sulla realtà del mondo nel quale vive, e soprattutto l’assenza delle persone più care: i familiari e gli amici.
Leone D’Ambrosio è un autore di talento poetico, perché sa ascoltare la voce interiore delle cose, intensamente intrisa di luce e di ombra, nelle quali nascono e vivono le sue paure esistenziali e i suoi sogni, la solitudine e la tristezza, gli slanci emotivi e i suoi amori,
La sua poesia, frutto di una straordinaria capacità immaginativa, affronta gli affetti più intimi e personali, dei genitori («Mia madre è un codice segreto/e mio padre un rumore lieve/insieme ritardano/la luminosa morte»), e del figlio che «sazio di giovinezza ha dichiarato guerra al mondo», con l’amore che «ci porta ad essere vivi/ quando i corpi sono ancora/carne al primo mattino», con la «solitudine barocca dall’aria lieve» e con la malattia che lo invecchia.
Leone D’ambrosio canta i ricordi dell’infanzia, i sentimenti, i sogni e le persone care che non ci sono più, lontane ma anche vicine, perché continuano a vivere con immutato calore nel suo intimo. La morte «ancora viva… che cammina controvento/ e lascia in bocca un sapore salato» è un tema ricorrente in diversi componimenti che richiamano «cose che abbiamo amato» e soprattutto i genitori scomparsi, ma sempre vivi nella memoria.
Il mare «che non racconta bugie,/il più vicino alle nuvole», il vento «nelle notti di pioggia», il cielo azzurro, delicato, «puntellato di stelle/dove accucciata sta la notte» e dove «le cose hanno il loro peso», le nuvole «senza regole», le albe con i suoi chiarori, i tramonti, il sole, la luna, la notte che fa paura e «non durerà a lungo/per volontà del sole», sono gli elementi di un paesaggio naturale che, oltre a mostrare l’attaccamento alla terra amata, fanno da contorno alle inquietudini esistenziali dell’autore poeta.
Nelle ottanta pagine della raccolta il lettore ha la possibilità e l’occasione propizia per accostarsi anche a temi di attualità come il tempo della Quarantena, il Lockdown, i contagi, le guarigioni, la ragazza picchiata a Kabul, lo sfratto dal casotto del poeta e scrittore di Fiume, Valentino Zeichen
Con le sue poesie Leone D’Ambrosio dimostra di osservare il mondo con occhio appassionato e disincantato e da tempo abitua i numerosi appassionati estimatori del suo verbum poetico a “godere” della sua poesia caratterizzata da una agilità espressiva, da una rapida asciuttezza e da un tocco conciso dei versi.
Alcune sue composizioni, dedicate ai poeti e scrittori conosciuti e amati come Elio Pecora, Valentino Zeichen, Nelo Risi, Cesare Pavese, Mario Luzi, Eugenio Montale e a personaggi, più o meno noti, come Tommaso La Rocca, Paolo Borsellino, Pietro Vitelli, Ennio Moricone, sembrano essere musica di parole ben scelte, amalgamate tra loro con dovizia di particolari e con armonia.
Con i suoi versi cristallini, con il suo sguardo limpido e con il suo inconfondibile stile umbratile Leone D’Ambrosio, nella raccolta poetica Teorema elementare, si fa interprete della condizione umana fatta di precarietà e di fragilità, di assenze e di silenzi e soprattutto di speranza di una vita ricolma di fede e di senso dell’eternità.
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