MILANO – Matteo Salvini è nella sua Milano ma c’è tensione.Da Aosta arrivano le durissime parole di Silvio Berlusconi, che demolisce l’accordo con il Movimento 5 stelle e il contratto di governo che la Lega nel fine settimana sottoporrà agli iscritti. Gli azzurri iniziano a bombardare: “Si è posto fuori dal centrodestra”. A quel punto alza il telefono e chiama il leader di Forza Italia. Raccontano di un confronto durissimo. La corda che lega il Carroccio all’insolito alleato di governo sembra allo stesso tempo annodata saldamente e sul punto di spezzarsi.
Anche Di Maio è nel capoluogo meneghino. I suoi coprono l’hotel dove alloggia con una cortina fumogena impenetrabile. Una troupe della Rai lo incrocia casualmente in zona Arco della pace. Il leader 5 stelle si chiude, offre solo qualche risposta di prammatica.
Per tutta la giornata i due si sfiorano, si rincorrono.Situazione paradossale per chi non ha ancora in tasca un accordo blindato, e alla luce di un weekend dove i leader batteranno l’Italia in giro per i rispettivi gazebo. Se faccia faccia c’è stato, ha avuto luogo prestissimo. Perché alle 11 Salvini si materializza a Monza, per incontrare l’imprenditore Sergio Bramini (la sera prima con Di Maio), sotto sfratto nonostante vanti ingenti crediti nei confronti dello Stato.
All’uscita una selva di telecamere lo assale, a tema il governo. Un poco più in là alcuni residenti e quattro ragazzi con le magliette di CasaPound guardano incuriositi. Parte un inseguimento. Una macchina di cronisti e due fotografi in moto si lanciano dietro al segretario delle camicie verdi a velocità indicibili. Ma la meta non è nessun incontro segreto. Salvini piomba a via Bellerio, dove si asserraglia un’ora e mezzo prima del Consiglio federale che dovrà dare il via libera alla linea. È in questo lasso di tempo che ci sarebbe stato l’ultimo contatto telefonico con il capo politico 5 stelle. Che poco dopo si materializza dal suo hotel in diretta Facebook, spingendo gli attivisti a dare il via libera su Rousseau all’accordo di governo. Il loro giudizio, spiega, sarà “vincolante”. Poi parte per Aosta, dove chiuderà la campagna elettorale per le regionali. Oltre 200 chilometri tra i due, nessun incontro è più possibile
Il gran consiglio della Lega prende il via. Salvini illustra il momento delicatissimo. Il consenso è unanime. E vidima una linea che da un lato è un secco no a Di Maio premier, dall’altro conferisce al segretario mandato pieno a trattare. Ma su un nome terzo 5 stelle.
Dopo poco più di due ore si apre la cancellata nera di via Bellerio. Il primo a uscire è proprio il segretario, che letteralmente sgomma via. Fibrillazione fra i cronisti, impazzano le ipotesi. Fino alla spiegazione: è andato a prendere la figlia a scuola. La riunione finisce, le camicie verdi si allontanano alla spicciolata, nessuno si ferma a parlare. Il pomeriggio volge al termine, si allenta la morsa del caldo su Milano. Passa un residente: “Abbiamo un premier?”. Ancora no. “Perché sapete, erano cinque anni che non si vedevano così tanti giornalisti davanti la sede della Lega…(Fonte Huffingpost)”.
News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.