LAZIO – Dal primo settembre per i lavoratori delle scuole e delle università sarà obbligatorio esibire il Green pass per poter accedere agli istituti scolastici: una misura necessaria per lo svolgimento in presenza delle lezioni. Il 2% del personale scolastico sta cercando di strappare al medico di base un’esenzione per motivi di salute così da evitare il vaccino. Il ministro Bianchi conferma: “In classe solo con il green pass”. Di contro il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma afferma che “se le scuole devono controllare tutti i giorni i certificati di docenti e personale si rischia di fare lezione a mezzogiorno”.
Il mancato rispetto della norma verrà considerato come assenza ingiustificata e a partire dal quinto giorno scatterà la sospensione, con i trasgressori che non percepiranno più lo stipendio.
L’alternativa ai tamponi a tappeto è provare ad aggirare le norme, cosa a cui molti stanno già pensando. È probabile che molti tentativi siano destinati a fallire: vista la situazione emergenziale, bisognerà vedere quanti saranno disposti a chiudere un occhio a discapito della salute pubblica.
Sui controlli dei Green pass a scuola “stiamo lavorando con presidi e il Garante della Privacy per avere uno strumento semplice e facile che permetta ai presidi tutte le mattine di controllare chi ha disco il verde e chi il disco rosso”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervistato da Morning News su Canale5. Solo “una sigla sindacale” dei dirigenti scolastici ha espresso perplessità, ha detto il ministro, mentre “gli altri hanno firmato il protocollo. Non confondiamo una sigla con i presidi”.
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