APRILIA – Telecamera manomessa il giorno prima del rogo alla Loas, nessun dubbio sull’origine dolosa dell’incendio. Una telecamera di sicurezza ha ripreso un uomo mentre la notte precedente al rogo che ha devastato l’azienda Loas di Aprilia, creando non pochi allarmi ambientali, manometteva la telecamera puntata sull’azienda.

Un elemento che, come scrive oggi il collega Stefano Cortelletti sulle pagine de Il Messaggero, lascia pochi dubbi sull’origine dolosa del rogo. Intanto prosegue la polemica politica con il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini che nei giorni scorsi ha depositato un’interrogazione sula vicenda.

«Ho depositato – spiega Calandrini – presso gli uffici del Senato l’interrogazione sull’incendio alla Loas di Aprilia. Ora attendo una risposta dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
A distanza di giorni da quando il rogo è divampato, i valori della diossina sono ancora superiori alla norma, e l’ordinanza emanata dal sindaco Terra che ha disposto la chiusura delle attività economiche e commerciali nel raggio di 2 km risulta ancora in vigore, con conseguenti danni. È evidente che l’emergenza non è ancora del tutto rientrata.
Di questo ho chiesto conto al Ministro, che dovrà indicare come intende dare ristoro a residenti e attività commerciali che sono stati esposti e danneggiati dall’incendio.
Così come ho chiesto maggiore attenzione su un territorio, quello di Aprilia, dove insistono almeno 4 aziende a rischio Seveso, numerose attività dedite al trattamento degli scarti, ma anche diversi siti inquinati ed aree adibite da tempo allo stoccaggio e all’abbancamento di rifiuti.
Mi aspetto una risposta in tempi rapidi che sia esaustiva e che possa fare chiarezza anche sui rapporti tra enti locali e Loas Italia Srl, visto che era in corso una conferenza dei servizi per il rinnovo dell’autorizzazione unica richiesta dall’azienda, dove erano già pervenuti pareri non ostativi.
Tutta questa situazione merita chiarezza, per rispetto ai cittadini di Aprilia e dei territori circostanti, che per giorni sono stati esposti all’aria inquinata e maleodorante e che non possono vivere con l’incubo che si ripetano nuovi episodi disastrosi».


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