ROMA- Sono due i fermi per l’omicidio di Desirée la ragazza di 16 anni violentata e uccisa in un edificio abbandonato nel quartiere S. Lorenzo, a Roma.
Per tutta la notte sono proseguite le indagini della quadra mobile. Sei le persone già interrogate, poi la svolta con il fermo di due senegalesi che gravitano nel quartiere romano e che, probabilmente, dormivano anche in quello stabile abbandonato da tempo.
L’ipotesi investigativa è che Desirée possa essere stata abusata da una o più persone, quando non era più cosciente per assunzione di stupefacenti. Gli investigatori della Squadra Mobile di Roma, diretti da Luigi Silipo, sono perciò a lavoro per dare un volto e un nome a chi, quel giorno, era nell’edificio abbandonato, frequentato da sbandati e da pusher. Un luogo desolato che sembrerebbe Desirèe conoscesse bene e che abbia frequentato anche in passato.
A quanto ricostruito dagli inquirenti, la ragazza gravitava nel palazzo,già da un paio di giorni, prima della morte. L’ultima telefonata di Desirée, prima di morire, risale proprio a due giorni prima del ritrovamento. «Ho perso l’autobus, resto a Roma da un’amica», aveva detto la ragazza alla nonna materna, contattandola il 17 ottobre.
Una telefonata arrivata da un’utenza privata che insospettì la famiglia che,il giorno dopo, sporse denuncia per scomparsa. E un ragazzo, che ha preferito l’anonimato, ma ha parlato nella trasmissione”Storie italiane”, racconta che a Desiree era stato rubato il telefonino: «la lasciai alle 4 di mattina, davanti a quello stabile, dove entrò, forse per cercare il suo il telefonino».
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