Cinquant’anni dopo la strage, dopo il giorno “in cui Milano e l’Italia persero l’innocenza”, per la prima volta un presidente della Repubblica è arrivato a Milano per commemorare l’eccidio di piazza Fontana. Una strage in cui “l’attività depistatoria di una parte di strutture dello Stato è stata doppiamente colpevole”. Lo ha detto Sergio Mattarella durante il suo intervento in occasione dei 50 anni dalla strage di piazza Fontana. Si rende omaggio a quelle 17 vittime innocenti uccise dall’attentato alla Banca nazionale dell’agricoltura e Mattarella partecipa al Consiglio comunale straordinario, a Palazzo Marino, per ricordare assieme ai milanesi quella strage del 12 dicembre 1969, una strage rimasta senza giustizia. Ma prima ha incontrato le vedove del commissario Luigi Calabresi, Gemma Capra, accompagnata dal figlio Mario, e Licia Rognini Pinelli, la vedova del ferroviere anarchico Pino, considerato la 18esima vittima di piazza Fontana, accompagnata dalle figlie, che ieri con il sindaco Sala hanno inaugurato l’albero dedicato a Pinelli a San Siro.
“Lo splendido gesto dell’incontro tra Gemma Capra Calabresi e Licia Rognini Pinelli sia di sprone per vivere un nuovo futuro guardando ad occhi aperti il passato”, dice il sindaco Sala. Non è la prima volta che le due donne si incontrano: nel 2009 fu il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ad invitarle al Quirinale, per un gesto di riconciliazione storica che da tanto si aspettava, il 9 maggio, nel giorno dedicato alle vittime del terrorismo. In aula il sindaco Beppe Sala dice: “Dobbiamo scusarci con Pietro Valpreda e Giuseppe Pinelli per la persecuzione subita e il commissario Luigi Calabresi”. Dopo il Consiglio, corteo verso piazza Fontana, dove le luminarie sono spente per la commemorazione. Alle 16.37 – l’ora della strage – sono state deposte le corone ed è stato suonato “il silenzio
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