FIRENZE – Martina Voce, la studentessa fiorentina accoltellata ad Oslo dal fidanzato di origine indiane di 24 anni, Mohit Kumar il suo nome, di professione informatico, sta meglio. Nei prossimi giorni sarà operata alla mano sinistra, gravemente danneggiata. Col passare del tempo verrà risvegliata dal coma farmacologico che le è stato indotto. A trovarla presso l’ospedale norvegese dove è ricoverata, il padre, Carlo Voce, avvocato, lo zio Antonio Voce, la mamma, la nonna materna e presto, sotto consiglio di medici e psicologici, anche della sorellina Luna. Vicini a lei anche il collega che l’ha salvata, Oliver, e il padre, Cristiano Cosmelli, proprietario del negozio italiano dove lavorava Martina insieme ai suoi colleghi, anche loro unitosi in un grande abbraccio. “Mi ha sorriso, io le ho dato un bacio, lei ha provato ad abbracciarmi: è lucida, prova a parlare ma non può perché è stata tracheotomizzata – racconta il papà di Martina – rispetto a quando siamo arrivati ha fatto un salto, in tre giorni, importantissimo, ha subito quattro interventi è uno scricciolino ma è forte e anche in questo momento mi sta facendo vedere la sua maturità”. Martina, attraverso delle procedure guidate, è stata portata per alcuni attimi a riprendere conoscenza e sembra rispondere bene: “Stanno procedendo piano piano, dandole emozioni piano piano: la svegliano, vede l’ambiente e poi la fanno riposare e così via. E’ già accaduto ieri, lo hanno rifatto oggi – continua Carlo Voce che racconta anche della visita del suo salvatore, il collega Oliver – E’ un eroe, non so come ringraziarlo, voglio ringraziare in particolare Luca Fraticelli dell’ambasciata italiana a Oslo, è sempre con me, la polizia, la primaria che ha operato mia figlia e gli infermieri dell’ospedale che la trattano come se fosse figlia loro”. L’aggressore di Martina invece si trova nello stesso ospedale, in prognosi riservata e vigilato da tre poliziotti, il padre si sarebbe fatto vivo per chiedere scusa al padre di Martina: “Mi voleva vedere per chiedere scusa per conto del figlio. Ho risposto però che non è il momento, si valuterà successivamente. Non ho nessun odio verso questo ragazzo, è vissuto due anni nella mia famiglia, ma io ora devo pensare a Martina, capisco la sua sofferenza ma non me la sento, ora devo preoccuparmi solo di stare vicino a mia figlia”.
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