LAINA – Incontro sulla legalità per le classi quinte della scuola primaria dell’istituto paritario “Madre Giulia Salzano” di Latina. Ieri mattina, gli alunni hanno incontrato, ascoltato e dialogato con il dottor Vittorio Teresi, presidente del centro studi “Paolo e Rita Borsellino” di Palermo, in videoconferenza, insieme al dirigente scolastico del plesso, sr Antonella Cesario e alle insegnanti delle due classi, Elvira Cellitti e Paola Sighinolfi. L’incontro si è svolto a conclusione di un percorso didattico formativo sulla legalità e sulle figure dei giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, a trent’anni dai gravissimi attentati di Capaci e di via d’Amelio. Il valore della testimonianza che può essere restituita ai più piccoli, da parte di persone che hanno vissuto anche professionalmente il contrasto a Cosa nostra, assume una grandissima importanza. E così è accaduto nella mattinata di ieri! Il dottor Teresi, dopo una breve presentazione della sua attività di magistrato e del suo impegno insieme a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha lasciato ampio spazio alle domande degli alunni alle quali ha risposto in modo dettagliato, raccontando anche ricordi personali e aneddoti particolari che diventano non solo memoria attiva ma promuovono e stimolano processi di riflessione e di apprendimento.
Alla domanda “Che cosa hai pensato appena hai appreso della morte prima di Giovanni e poi di Paolo?” il dottor Teresi non ha trattenuto la commozione e dopo la sua risposta “Ho pensato che non avrei mai lasciato e che avrei continuato” gli alunni sono partiti con un applauso di grande affetto.
A conclusione dell’incontro il dottor Teresi ha consegnato agli studenti un suo messaggio personale che, una delle alunne ha ben riportato nel suo racconto della mattinata di ieri “Infine ci ha fatto un discorso finale dove ci ha detto che dobbiamo essere curiosi, amare l’arte e la conoscenza, essere liberi. Questo incontro ci ha richiesto molta preparazione, ma ne è valsa proprio la pena. Salterei anche altre mille ore di altre attività perché il messaggio che quest’esperienza mi ha lasciato non mi farà mai mollare, mi farà convivere con la paura (sempre se c’è ed ha un senso) e diventare più coraggiosa e soprattutto di inseguire sempre il bene”.
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