L’attività trapiantologica e di donazione degli organi ha registrato anche nel 2023 un incremento numerico e operativo. I dati aggiornati a fine dicembre 2023, forniti dal Centro regionale Trapianti – Unità operativa dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, che coordina tutta l’attività trapiantologica della Regione Lazio, mostrano un aumento del numero di donazioni e trapianti rispetto al 2022.
Tra gennaio e dicembre dell’anno appena concluso, infatti, sono stati 446 i trapianti effettuati nei centri autorizzati della Regione Lazio, per una crescita di oltre il 14% rispetto allo scorso anno (il totale 2022 era stato di 389 trapianti). Nello specifico sono stati eseguiti 214 trapianti di rene, 201 trapianti di fegato (di questi 80 al polo trapianti interaziendale San Camillo – Spallanzani), 20 di cuore, 4 di polmone e 7 combinati rene-pancreas.
“Nello scorso anno, nel Lazio, sono state coordinate ed effettuate 589 missioni per trapianti con auto, 64 con aereo, 4 con elicottero. Sono stati trasportati 378 campioni biologici, 120 organi, mobilitando centinaia di nostri professionisti verso tutta Italia e anche all’estero, ad esempio in Francia, Svizzera e Grecia”, ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
“Questa è la strada d’eccellenza che vogliamo continuare a percorrere, fatta di altruismo, generosità e speranza per il futuro”, ha aggiunto il presidente Rocca. Dietro all’aumento del numero assoluto dei trapianti c’è una crescita delle osservazioni e della segnalazione dei potenziali donatori. “La donazione degli organi e il loro impianto sono una terapia unica e non riproducibile, nonché una complessissima operazione, fortemente tempo dipendente, espressione di alto profilo organizzativo e multidisciplinare per antonomasia”, ha affermato il direttore generale dell’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, Narciso Mostarda.
Al San Camillo spicca l’attività di trapianti di fegato del Polo ospedaliero interaziendale Trapianti San Camillo – Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani diretto dal professore Giuseppe Maria Ettorre.
Il Poit ha concluso il 2023 con 80 trapianti di fegato, il 22% in più rispetto al 2022 (totale 66 trapianti di fegato), segnando, per il secondo anno consecutivo, il record per quest’organo in una struttura ospedaliera della regione. Il Poit si è distinto anche per i trapianti oncologici da epatocarcinoma, metastasi al colon retto e colangiocarcinoma.
Numeri che confermano il ruolo centrale del Poit, centro di riferimento per i pazienti epatopatici non solo nel Lazio ma di tutto il centro-sud.
«Il risultato ottenuto dal Poit è frutto dello sforzo comune di tutte le professionalità messe in campo dal San Camillo e dallo Spallanzani – ha dichiarato il professore Ettorre -. Questo traguardo pone il centro allo stesso livello dei centri più virtuosi del nord Italia, e permette di evitare la mobilità passiva dal Lazio verso altre regioni, con innegabili vantaggi per i pazienti e per le loro famiglie».
Il San Camillo ha all’attivo anche i programmi trapianto rene e pancreas, oltre ad essere l’unico ospedale nel Lazio ad effettuare trapianti di cuore nell’adulto. Relativamente a quest’ultimo anche quest’anno i numeri sono in aumento: 13 trapianti, contro i 10 del 2022.
«La qualità di vita post trapianto è assimilabile per molti alla normalità – ha spiegato il dottore Mariano Feccia, da due anni direttore del Centro regionale Trapianti Lazio -. È importante lavorare su questa consapevolezza, affinché la donazione diventi un diffuso “dovere civile”, e che il tasso di opposizione, che nel Lazio è del 32,6% (media nazionale 28,9%), possa divenire sempre più marginale. Per abbattere pregiudizi e inconsapevolezza bisogna puntare sulla corretta informazione e dichiarare la propria volontà alla donazione agli sportelli comunali o tramite associazioni».
Il 2023 ha segnato una importante tappa nel Lazio per quanto concerne la delicatissima fase del trasporto degli organi. Proprio il San Camillo lo scorso ottobre ha effettuato il primo trasporto nel centro-sud di un cuore utilizzando un sistema associato a perfusione, noto come Ocs, che permette di conservare un organo in una scatola sterile, rigenerandolo attraverso la perfusione di sangue e altre sostanze nutritive, nel caso del cuore, di farlo battere grazie alla stimolazione elettrica.
La tecnica Ocs offre due grandi vantaggi: permette spostamenti di un organo in sicurezza anche oltre le 6 ore e offre la possibilità di svolgere numerosi esami diagnostici sull’organo espiantato, testandone così la funzionalità e ampliando di conseguenza il numero di organi utilizzabili. Un aspetto determinante considerando che a oggi nel Lazio sono 1122 i pazienti in attesa di un nuovo organo.
Immunologia e monitoraggio antirigetto costituiscono gli elementi fondamentali per la valutazione di compatibilità pre-trapianto e permanenza in buona salute dell’organo: un altro importante obiettivo è stato quello della messa a punto del dosaggio del Dna Free – ovvero il Dna libero, da parte del laboratorio di Immunogenetica del Centro regionale Trapianti San Camillo. Si tratta di un metodo non invasivo di “biopsia liquida” effettuata con un semplice prelievo di sangue, che permette di osservare in modo particolarmente efficace e precoce eventuali stati di sofferenza dell’organo e di rigetto.
Alessandra Trotta
(Giornalista e scrittrice)
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