La rivoluzione l’avevano promessa culturale, come fossimo nella Cina di Mao. Ed invece, i civici di Lbc, in due anni di governo non hanno saputo risolvere le numerose criticità di cui soffre il teatro D’Annunzio. Sicurezza, questioni tecniche, fatto sta che i Vigili del Fuoco hanno detto al Comune che no, così com’è il teatro non può ospitare gli eventi che erano in programma.
Le scuole di ballo della città, che a breve dovranno svolgere i saggi di fine anno, hanno minacciato di chiedere i danni al Comune, ché non sanno se potranno o meno andare in scena.
Oltre ai tecnicismi a noi sembra che la questione sia più generale e riguardi una mancata visione circa la governance dei teatri cittadini.
Avremmo voluto una fondazione, o comunque una gestione pubblica del Cafaro e del D’Aannunzio, coinvolgendo le tante eccellenze che questo territorio offre in campo artistico, specie fra i giovani. Penso, ad esempio, a Lorenzo Lavia ed Arianna Mattioli che, come dicevano i latini nemo profeta in patria, tante cose ragguardevoli hanno fatto a Roma ed altrove.
Penso a Chiara Becchimanzi, brava attrice e brillante autrice. A Clemente Pernarella e Melania Maccaferri, che da anni hanno scelto Latina come laboratorio creativo.
Penso a Giorgio Maulucci, Nino Bernardini e Lina Bernardi, per citare soltanto alcuni fra gli “storici” volti che sanno di teatro, amandolo.
Il problema qui è politico e culturale, insieme. Quando si trattava di organizzare “Lievito” e di puntare alla guida politica della città, il Sindaco Coletta ed i suoi si son mostrati abilissimi. Poi, una volta che la missione era compiuta, tutto è stato affidato ad una gestione sciatta e politicamente analfabeta.
Abbiamo un Assessorato alla Cultura che non si vede e non si sente, che nulla ha fatto tranne che stanziare decine di migliaia di euro per eventi che hanno avuto risonanza zero in città, basti pensare ai concerti di Bennato e del primo maggio.
Per uscirne dignitosamente il Sindaco dovrebbe sollecitare le dimissioni dell’Assessore Di Muro e, contestualmente, offrire alla città uno straccio di idea su come gestire il patrimonio culturale di Latina facendo un appello alla collaborazione delle professionalità di cui ho parlato.
Sono certo che non faranno niente di tutto questo, del resto sono malati di arroganza. Ma d’arroganza, in politica, lo sperimenteranno presto si muore.
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