FIRENZE- Nella storia dell’architettura in cemento armato, dopo Francois Hannebique e Auguste Perret, insieme a Le Corbusier, c’è Pier Luigi Nervi. Tra il 1929 e il 1932 l’ingegnere realizzò la sua prima grande opera che gli valse l’attenzione internazionale: lo Stadio di Firenze, allora intitolato alla memoria del martire fascista Giovanni Berta, oggi Artemio Franchi.
Questo formidabile edificio (uno dei primi con le strutture in cemento armato totalmente a vista), fino a poco tempo fa vincolato dalla Sovrintendenza, rischia ora di essere smantellato. Una legge approvata come emendamento al Decreto Semplificazioni, che va contro il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, permetterebbe, poniamo, di distruggere le scale elicoidali piuttosto che la Torre Maratona dello Stadio e di ricostruirle in un altro luogo, addirittura in scala. L’ottica scellerata che sottende a questa legge, vede il Patrimonio architettonico nazionale come un insieme di pezzi scomponibili a piacimento dalla politica e non come una mirabile fusione tra struttura e bellezza.
Nasce allora https://salviamoilfranchi.org/, che invita tutti a firmare la petizione per tutelare “una delle più belle opere costruttive della nostra epoca” come la definiva Giovanni Michelucci, ma anche gli altri impianti sportivi storici italiani che potrebbero andare incontro a questo irrimediabile destino.
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