CALENZANO (FI) – Trovato il corpo di un’altra persona, salgono così a cinque le vittime dell’esplosione nella raffineria Eni di ieri mattina, una tragedia che poteva avere dimensioni più ampie e catastrofiche, ha dichiarato in giornata il presidente della Regione Eugenio Giani: ”Una tragedia di entità fortissima ma che poteva essere anche più grave perché accanto alla pensilina di ricarica ci sono almeno 20 cisterne che contengono carburante e quindi se vi fosse stato l’innesto di una catena tra l’incendio dalla pensilina alle cisterne chissà cosa sarebbe successo”. Per quanto riguarda l’inchiesta sulle cause e sulle responsabilità dell’incidente questa mattina sono arrivati in visita a Calenzano il Procuratore Capo di Prato Luca Testaroli e il sottosegretario agli Interni Emanuele Prisco. Sia il Procuratore Testaroli che i due periti nominati sono già stati utilizzati per l’inchiesta in seguito al’attentato di Capaci. Si tratta dell’esplosivista Roberto Vassale e del chimico esplosivista Renzo Cabrino. Per quanto riguarda la situazione dei feriti, quasi tutti quelli non gravi ricoverati a Careggi e a Prato dal 118 sono stati dimessi, permangono invece in condizioni molto gravi i due ricoverati in codice rosso a Pisa al centro grandi ustionati ed un terzo in terapia subintensiva a Careggi. Dei due ricoverati a Pisa uno è il livornese di 51 anni Emiliano Braccini, autotrasportatore e volontario dell’Svs di Ardenza, molto conosciuto e stimato in città, per il quale gli amici, i colleghi e i conoscenti stanno vivendo ore di grande ansia. L’ultimo aggiornamento sulle sue condizioni parla di ustioni di secondo e terzo grado su gran parte del corpo. Emiliano la mattina del 9 dicembre era come al solito entrato in raffineria per caricare il suo camion col quale avrebbe poi rifornito i distributori di benzina Eni ma non solo, a Firenze e nel resto della Toscana. Era attivo anche a Livorno dove si riforniva alla raffineria Eni di Stagno o al Terminal D’Alesio in porto. Intanto questa mattina alla raffineria di Stagno a partire dalle 8 e 30 cinquecento lavoratori sono entrati in sciopero per due ore e hanno organizzato un presidio. Questo il comunicato dei sindacati: “Lo sgomento è per quei lavoratori e per le loro famiglie, questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai e suscita interesse sempre solo dopo tragedie come questa. La rabbia perché non si può morire lavorando”.
CALENZANO (FI) – Trovato il corpo di un’altra persona, salgono così a cinque le vittime dell’esplosione nella raffineria Eni di ieri mattina, una tragedia che poteva avere dimensioni più ampie e catastrofiche, ha dichiarato in giornata il presidente della Regione Eugenio Giani: ”Una tragedia di entità fortissima ma che poteva essere anche più grave perché accanto alla pensilina di ricarica ci sono almeno 20 cisterne che contengono carburante e quindi se vi fosse stato l’innesto di una catena tra l’incendio dalla pensilina alle cisterne chissà cosa sarebbe successo”.
PER L’INCHIESTA NOMINATI DUE ESPLOSIVISTI GIÀ UTILIZZATI A CAPACI
Per quanto riguarda l’inchiesta sulle cause e sulle responsabilità dell’incidente questa mattina sono arrivati in visita a Calenzano il Procuratore Capo di Prato Luca Testaroli e il sottosegretario agli Interni Emanuele Prisco. Sia il Procuratore Testaroli che i due periti nominati sono già stati utilizzati per l’inchiesta in seguito al’attentato di Capaci. Si tratta dell’esplosivista Roberto Vassale e del chimico esplosivista Renzo Cabrino. Per quanto riguarda la situazione dei feriti, quasi tutti quelli non gravi ricoverati a Careggi e a Prato dal 118 sono stati dimessi, permangono invece in condizioni molto gravi i due ricoverati in codice rosso a Pisa al centro grandi ustionati ed un terzo in terapia subintensiva a Careggi.
ORE DI ANSIA PER IL LIVORNESE EMILIANO BRACCINI, A STAGNO 500 LAVORATORI IN SCIOPERO
Dei due ricoverati a Pisa uno è il livornese di 51 anni Emiliano Braccini, autotrasportatore e volontario dell’Svs di Ardenza, molto conosciuto e stimato in città, per il quale gli amici, i colleghi e i conoscenti stanno vivendo ore di grande ansia. L’ultimo aggiornamento sulle sue condizioni parla di ustioni di secondo e terzo grado su gran parte del corpo. Emiliano la mattina del 9 dicembre era come al solito entrato in raffineria per caricare il suo camion col quale avrebbe poi rifornito i distributori di benzina Eni ma non solo, a Firenze e nel resto della Toscana. Era attivo anche a Livorno dove si riforniva alla raffineria Eni di Stagno o al Terminal D’Alesio in porto. Intanto questa mattina alla raffineria di Stagno a partire dalle 8 e 30 cinquecento lavoratori sono entrati in sciopero per due ore e hanno organizzato un presidio. Questo il comunicato dei sindacati: “Lo sgomento è per quei lavoratori e per le loro famiglie, questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai e suscita interesse sempre solo dopo tragedie come questa. La rabbia perché non si può morire lavorando”.
News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.