ROMA – “In Italia ci sono oltre 4 milioni di lavoratori, regolarmente assunti e dipendenti, il cui reddito è inferiore alla soglia di povertà relativa.
E’ il fenomeno dei working poors, persone che lavorano molto per guadagnare poco, e lo si percepisce soprattutto in questo periodo, in cui l’inflazione è alta, i prezzi sono alle stelle, le tutele sono poche mentre la precarietà è alta, così come i costi del lavoro e della vita. In questo scenario appare evidente che la contrattazione collettiva da sola non può più garantire salari e condizioni, per un’esistenza libera e dignitosa, per milioni di lavoratori. riteniamo che istituire una legge sul salario minimo porterà effetti positivi sull’economia generale del paese. Tradotto, più potere d’acquisto per i lavoratori, più consumi e meno diseguaglianze”.
E’ quanto afferma il Segretario Generale del Sindacato CLAS Davide Favero, che fa il punto sul fenomeno fornendo anche dati eloquenti.
“Secondo i dati forniti dall’INPS, nel rapporto annuale 2022 e analizzati al Senato nella Commissione Lavoro, alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro di settore hanno salari orari bassissimi, come ad esempio il contratto collettivo applicato nel comparto del turismo, il cui trattamento orario minimo è pari a 7,48 euro; cooperative nei servizi socio-assistenziali 7,18 euro; aziende dei settori dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e commerciale 7,28 euro; settore tessile e dell’abbigliamento 7,09 euro; servizi socio-assistenziali6,68 euro; imprese di pulizia e dei servizi integrati o dei multiservizi 6,52 euro; vigilanza privata 6 euro e servizi fiduciari il minimo salariale ammonta a 4,60 euro all’ora”.
“In Italia – continua Favero – esistono pensioni minime per legge, mentre una soglia per i salari non è prevista da leggi nazionali, ma dalla contrattazione collettiva. Stando alla stima del CNEL, in Italia quasi tutti i lavoratori dipendenti (98%) e tutte le aziende (99%) sono coperte dalla contrattazione collettiva. Molti di questi contratti collettivi non vengono rinnovati, alcuni anche da decenni, come per il caso della Pubblica Amministrazione, dove il 65% dei contratti depositati al CNEL è scaduto. E tra i lavoratori dello spettacolo, tutti i contratti sono scaduti da 20 anni.
L’ultimo rinnovo contrattuale della vigilanza privata, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali rappresentative, prevede che l’aumento del salario orario lordo da 5 a 6 euro sarà raggiunto nel 2026. In molti settori e/o comparti i salari fissati dalla contrattazione collettiva sono comunque troppo bassi rispetto alla media europea. Si pensi che nel 2022 il salario lordo annuale medio di un lavoratore dipendente a tempo pieno era di circa 26 mila euro quando il valore per l’Eurozona è di 37 mila euro annui. Nel 2022 in Italia si contavano oltre 2milioni di famiglie in povertà assoluta. Oggi, stima Istat, 14,3 milioni di persone sono a rischio povertà o esclusione sociale, ovvero percepiscono meno del 60% del salario medio che non consente, ai lavoratori e alle proprie famiglie, un’esistenza libera e dignitosa”, conclude il segretario di Clas.
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