“Chiacchiere d’ufficio”, sarebbero in primis, quelle spese dall’Amministrazione in merito al Punto di Assistenza Territoriale (ex Punto di Primo Intervento).
“E’ ben vero – scrive il consigliere nella sua nota – che la gestione della sanità nella provincia è stata attribuita all’azienda sanitaria Latina, ma il Sindaco rappresenta la comunità locale e in quanto tale è il responsabile della condizione della salute della popolazione del suo territorio e il Consiglio comunale condivide questa responsabilità.
Inoltre, in qualità di membro della Conferenza locale sociale e sanitaria, ai sensi della L.R. 18/1994 il Sindaco ha potere di provvedere alla definizione delle linee di indirizzo per l’impostazione programmatica delle attività, di verificare l’andamento dell’attività e di trasmettere alla ASL e alla Regione le proprie valutazioni.
I compiti del Sindaco sono quindi ampi, soprattutto deve conoscere lo stato di salute della popolazione e deve prendere provvedimenti in presenza di determinate situazioni.
È vero che il DM 70 del 2015 ha deciso la trasformazione dei PPI; tuttavia, la regione Lazio nel recepire detto provvedimento ha apportato alcune modifiche sacrificando i PPI come quello di Sabaudia che avevano più di 6.000 accessi l’anno.
Dopo la manifestazione del 30 novembre 2018 cui partecipò anche il sindaco Gervasi e l’incontro del 5 settembre in Regione, l’anno dopo, non risulta che ci siano state iniziative specifiche da parte del Sindaco neanche nella Conferenza locale sociale e sanitaria.
Soprattutto non ci sono stati interventi dopo l’ordinanza del direttore generale con cui è stata disposta la chiusura nelle ore notturne del PAT a decorrere dal 5 ottobre 2020.
Durante tutto il periodo estivo numerose persone, specialmente turisti, si sono recate alla sede del PAT.
In tutte le province i PAT sono aperti H24, da Anagni che ha 20.988 abitanti fino a Ronciglione che ne ha solamente 8.313 (durante la stagione estiva non ha certo l’afflusso di Sabaudia, perciò, non è nemmeno lontanamente paragonabile al nostro Comune), anche Magliano Sabina ha un PAT H24 ed ha solo 3.527 abitanti. Si è creato un vero e proprio danno erariale da disservizio.
Sarebbe inoltre opportuno che l’amministrazione facesse conoscere alla cittadinanza l’esito del ricorso presentato al TAR di Latina contro il Decreto del Presidente Zingaretti in qualità di Commissario ad acta per il ripiano dei debiti della sanità del Lazio del 25 luglio 2019, n. U00303.
Bisogna ricordare al Sindaco che il tema dell’erogazione dei servizi per la difesa della salute è prioritario e precipuo ai suoi doveri? il mio è l’ennesimo appello al buon senso e alla responsabilità di occuparsi del bene e delle istanze fondamentali dei cittadini”.
“Chiacchiere d’ufficio” sarebbero anche quelle sulla mancanza di loculi al Cimitero.
Nell’intervento di Celebrin si legge che “in 4 anni il Sindaco non ha neanche provato a risolvere il problema, con giustificazioni accessorie legittimando tale inerzia di non mettere i loculi provvisori perché “potrebbero non garantire il rispetto delle esigenze di commemorazione, riservatezza e decoro necessarie ad affrontare il cordoglio”.
I cittadini sono esausti di sentirsi dire in un momento di dolore che le uniche scelte per la tumulazione sono la cremazione fuori provincia, la sistemazione a terra oppure l’esumazione di qualche parente senza che siano trascorsi i 35-45 anni dalla sepoltura, un dispendio economico non indifferente. E tutte queste alternative tampone proposte per ovviare a un deficit nella gestione amministrativa comporta anche un dispendio economico di cui si deve far carico il cittadino”.
E “chiacchiere d’ufficio” sarebbero, infine, quelle “sull’Ordinanza n 38/2020 relativa al taglio di siepi, alberature sporgenti sulle strade comunali e soprattutto sulla strada lungomare, dopo le numerose critiche sui social da parte dei turisti per quanto riguarda la zona parcheggi e le corsie a doppio senso della strada stessa”.
“Ho chiesto – spiega – il resoconto dei controlli effettuati, quanti privati avessero ottemperato o meno all’ordinanza nei termini stabiliti ed eventualmente quante multe fossero state emesse e se l’amministrazione fosse intervenuta con spese pubbliche in danno ai privati.
Dopo più di 45 gg di tempo dalla presentazione della mia interrogazione, quindi ben oltre il termine massimo previsto dalla legge, il Sindaco ha risposto con una rassicurazione lacunosa e generica molto lontana dal rispetto dovuto al ruolo che ricopro e ai criteri della trasparenza e dell’imparzialità amministrativa in quanto non mi sono stati forniti i dati riscontrabili e oggettivamente incontrovertibili dei controlli effettuati e delle sanzioni emesse”.
“Dove sono la trasparenza e la condivisione che l’hanno contraddistinta in campagna elettorale? – conclude Massimo Celebrin -. Eppure, da Palazzo continuano manifestazioni di autocompiacimento e autocelebrazione.
Non è più tollerabile questa politica che sottovaluta o minimizza le reali necessità ed esigenze della città e dei cittadini”.
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