“Martedì 30 novembre è stata convocata la Conferenza locale sociale e sanitaria per l’esame del nuovo atto aziendale dell’Azienda USL Latina presentato dalla direttrice generale dott.ssa Cavalli, arrivata in questa provincia con un curriculum di tutto rispetto.

È attraverso tale Conferenza che le istituzioni locali, al fine di soddisfare le esigenze dei cittadini, concorrono alla definizione degli indirizzi e della programmazione delle attività sanitarie e socio-sanitarie.
Purtroppo la seduta sarà tenuta in videoconferenza e i cittadini non potranno assistere il che appare in contrasto con il d.lgs 502/1992 e con lo stesso Statuto della Regione Lazio che all’art. 6 prevede tra i diritti e i valori fondamentali la partecipazione dei cittadini.

La qualità della salute nella provincia di Latina ereditata dalla dott.ssa Cavalli, stando alla classifica annuale sulla qualità della vita di Italia Oggi e Università la Sapienza di Roma in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, pubblicata il 15 novembre scorso, è stata collocata al 91° posto (su 107 province) nella speciale classifica del “Sistema Salute” e quindi qualche problema ci sarà, ma ben pochi sono stati fino ad ora i Sindaci che hanno rappresentato i bisogni delle loro comunità.

Ritengo opportuno rammentare che in base al comma 180 dell’art. 1 della legge 311/2004 le regioni in piano di rientro (tale è ancora la regione Lazio) devono provvedere al riequilibrio economico, ma nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza, il che purtroppo nella provincia di Latina non avviene essendo presenti profonde diseguaglianze con la Capitale che nella classifica citata è stata posta all’11° posto oltre ad assenza di equità nell’accesso ai servizi.

Pur apprezzando il lavoro presentato, con particolare riguardo alla previsione del Dipartimento delle fragilità e al ripristino della direzione amministrativa dell’area dei presidi ospedalieri e dei distretti, oltre che alla eliminazione dei dipartimenti interaziendali tecnico amministrativi con l’azienda USL di Frosinone, nel documento di cui ho ricevuto casualmente copia, si deve rilevare il persistere di una serie di problematiche.

In primo luogo mancano nelle premesse dell’atto i dati epidemiologici che appaiono fondamentali per poter dare risposte appropriate ai bisogni di salute della popolazione.
In secondo luogo al punto 18.8 per quanto riguarda l’assistenza distrettuale tra le funzioni di produzione indicate per il Distretto nella bozza di atto aziendale non viene indicata l’Emergenza Sanitaria Territoriale (art. 3 lettera “b” e art. 7 del citato DPCM 12 gennaio 2017 recante i nuovi LEA).
In questo modo rischia di non essere garantita a livello distrettuale la prevista integrazione del servizio di pronto intervento previsto dal 3° comma dell’art. 10 della legge 833 del 1978 (oggi assicurato dai Punti di Assistenza Territoriale che in base al Punto 7.1.3 del DCA 81/2020 dovrebbero operare in continuità con le funzioni precedentemente svolte e quindi nel rispetto del DCA 90/2010) con i dipartimenti di emergenza e accettazione ospedalieri.

La cosa è tanto più grave se si considera che dal 5 ottobre 2020 la notte tutti i PAT sono stati chiusi solamente in provincia di Latina, senza assicurare neanche una ambulanza medicalizzata.
A questo proposito la Federazione Italiana Medicina d’Emergenza Urgenza e Criticità (FIMEUC) ha da tempo suggerito che in tutte le aziende sanitarie locali venga istituito un Dipartimento funzionale di emergenza monospecialistico integrato territorio-ospedale, preferibilmente su base provinciale, cui afferiscano i mezzi di soccorso (di base, intermedi ed avanzati), la C.O.118, i punti di Primo Intervento, i PS con OBI generale e pediatrica.

Per quanto riguarda le Case della Salute anche qui, pur apprezzando il cenno riportato nell’atto aziendale, allo stato sono aperte solo tre CdS a Sezze, ad Aprilia e a Priverno; quella di Sabaudia che in base al DCA 81/2020 avrebbe dovuto essere aperta entro il 31 dicembre 2020 ancora attende l’inizio dei lavori, mentre quella di Gaeta dovrebbe essere aperta entro il 31 dicembre 2021; a seguire dovrebbero esserci quelle di Cori e di Minturno già finanziate.

L’attivazione delle Case della Salute della Comunità è di fondamentale importanza per il potenziamento dell’assistenza territoriale previsto dallo stesso PNRR tanto che in base ad un documento dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (AGENAS) nella nostra provincia dovrebbero essere 21 (di cui 5 hub e 16 spoke) che dovranno essere aperte tutte entro il 2026.
Questo comporterà un notevole impegno per tutti anche per il reclutamento del personale necessario.

Mi auguro che le questioni segnalate possano essere affrontate dai Sindaci nel corso della videoconferenza di martedì e accolte dalla direzione generale dell’azienda USL Latina”.

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