Il generale parte con un vantaggio di 550 voti, un margine non incolmabile per un avversario come l’ex sindaco, a cui viene riconosciuta all’unanimità la grande capacità di attirare consensi.
La corsa è già partita a scrutinio appena ultimato, per attingere dal bacino d’utenza dei candidati rimasti esclusi dal secondo turno.
Nessuno dei due lo sbandiera, ma non è peccato pensare che ognuno sottotraccia stia lavorando in tal senso. Un dejà vu.
Fanno gola, eccome, i voti dei vari Di Capua, Mellano e Massimi, con gli ultimi due tuttavia a negare, con appositi comunicati stampa, apparentamenti o inciuci vari ed a riaffermare la volontà di praticare una sana e costruttiva opposizione in consiglio per il bene della città.
A ballare ne sono poco meno di 4.000, una cifra in grado di spostare l’ago della bilancia in un verso o nell’altro.
Ma ancora più succulento appare quel 40 per cento e più di cittadini che hanno disertato i seggi, la maggior parte dei quali colta ormai da disamore nei confronti della politica.
Ed è, appunto, anche in quell’universo che i due concorrenti dovrebbero rovistare, per riaccenderne la fiducia, per convincerne almeno una fetta e conquistare i voti che servono per salire a Palazzo Comunale con la fascia tricolore.
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