LATINA – Questa sera, martedì 7 settembre, alle ore 19, presso i Giardini del Palazzo comunale di Latina, all’interno del programma “Estate in Comune”, organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Latina, avrà luogo la presentazione di due romanzi storici: “Michelangelo Caravaggio pittore” di Giancarlo Loffarelli (Porto Seguro editore) e “La confraternita degli assassini” di Marcello Ciccarelli e Bruno Di Marco (Newton Compton editore).
A dialogare con gli autori saranno il Prof. Rino Caputo e Piermario De Dominicis, mentre le letture sono affidate a Luisella Benedetti.
Sulla base dei documenti dell’epoca, il romanzo “Michelangelo Caravaggio pittore” racconta la vita di Michelangelo Merisi da Caravaggio, dalla nascita alla morte, scandita come un resoconto puntuale nei luoghi e nei tempi, a cui fa da sfondo la grande storia a cavallo fra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento: dallo scontro fra Francia e Spagna per il dominio dell’Italia ai personaggi che incrociano la vita del pittore (Galileo Galilei, Beatrice Cenci, Giordano Bruno). Il suo peregrinare dalla Lombardia a Roma fino a Napoli, Malta e la Sicilia è raccontato attraverso la fitta rete di relazioni che egli ebbe con i suoi committenti e protettori (il cardinale Del Monte, la marchesa Costanza Colonna, il marchese Vincenzo Giustiniani), i suoi avversari (Giovanni Baglione, Ranuccio Tomassoni) e i suoi estimatori (Pieter Paul Rubens, Louis Finson). L’oggettività degli avvenimenti documentati si mescola alla ricostruzione del mondo interiore del pittore senza violare il fondo di mistero che rimane nella ragione ultima delle sue scelte.
“La confraternita degli assassini” non è soltanto un thriller storico ma un romanzo di spessore in cui il piano delle vicende storiche, quello del dibattito filosofico e quello della storia dell’arte s’intrecciano in una sintesi che, affidata alla finzione narrativa, riesce a offrirsi al lettore con felice leggerezza. La vicenda è ambientata all’interno di quella che fu la rivoluzione della prima metà del Quattrocento: la prospettiva. La struttura prospettica, come viene raccontata con tutte le conseguenze politiche, filosofiche e teologiche, rifiuta la rigida separazione fra umano e divino, così evidente all’interno dell’arte gotica, dove l’umano è relegato sullo sfondo e il divino posto quantitativamente in primo piano. Il vento che contribuì a questa rivoluzione giunse da Oriente. Nel romanzo assume le sembianze di un sapiente di nome Isidoro e della figlioletta Nour. Isidoro e Nour, l’ombra lunare (Isidoro vuol dire dono di Iside, la dea egizia della luna) e la luce (questa l’origine del nome Nour), uniti e opposti al tempo stesso, depositari di una sapienza che l’Occidente aveva prima partorito e poi dimenticato, si muovono nel romanzo tra quattro città che da sole potrebbero raccontare la nascita dell’epoca moderna: Roma, Farfa, Firenze e Urbino. Le loro vite s’intrecciano con quelle di coloro che nella realtà contribuirono eminentemente al parto di questo nostro mondo: Leon Battista Alberti, Filippo Brunelleschi, Masaccio, Piero della Francesca, Donatello, Luciano Laurana.
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