Roma Celebra il genio creativo di Salvador Dalì. Per i 100 anni del Surrealismo

di Sergio Salvatori

 

Salvador Dalì conosciuto in tutto il mondo per le sue opere fantastiche, oniriche, visionarie, è stato l’artista più rappresentativo del Surrealismo. André Breton nel 1924 pubblica il manifesto surrealista, incipit di una nuova arte, che ha proiettato il movimento artistico, letterario, culturale e politico, nella storia. Salvador Dalì con la sua personale eccentricità unica e originale, fece della sua stessa vita un’opera d’arte. Sull’intensità della sua esistenza è focalizzata la mostra: Salvador Dalì, tra arte e mito, al Museo Storico della Fanteria di Roma, dal 25 gennaio al 27 luglio 2025. Il curatore Vincenzo Sanfo ci spiega che questa è “una mostra dovuta”, non solo perché nel 2025 ricorre il centenario della nascita del Surrealismo, ma anche per lo stretto legame che lega Dalì alla “Città eterna”; infatti, Salvador Dalì come molti artisti, prima e dopo di lui, trascorse diversi soggiorni a Roma, tra cui un lungo periodo nel 1954 ospite della contessa Mimì Pecci-Blunt. In questo periodo Dalì si diede alla moda e alla profumeria con Elsa Schiapparelli. A Roma l’artista collaborò con diversi artisti, tra i quali i surrealisti Fabrizio Clerici e Leonor Fini.

L’esposizione oltre che al grande Salvador Dalì è dedicata anche ad altri artisti e scrittori surrealisti, tra i quali: René Magritte, Max Ernst, Man Ray, Giorgio De Chirico,  André Breton, Jean Cocteau e molti altri. Universalmente lo spagnolo Dalì fu riconosciuto come una delle figure più importanti del Surrealismo, pittore, scultore, scrittore e cineasta. Nato a Figueres, in Catalogna, Dalì mostrò un precoce talento artistico, che lo portò a studiare presso L’Accademia de Belle Art di Madrid. Tra le sue opere più celebri figura “La persistenza della memoria” del 1931, il famoso quadro degli orologi molli, conservato al MoMa di New York, che esplora il tema del tempo e della realtà.

Dalì fu influenzato dal lavoro di Sigmund Freud e dello studio dell’inconscio, elementi che integrò nella sua tecnica del “metodo paranoico-critico”, uno strumento per generare idee artistiche basate sull’associazione libera e l’immaginazione. La sua produzione spazia dalla pittura alla scultura dal cinema alla scenografia, fino alla scrittura. Collaborò anche con registi come Luis Bunuel, contribuendo alla creazione di film surrealisti come “Un chien andalou” del 1929. Personaggio molto controverso, Dalì curò meticolosamente la sua immagine pubblica, diventando simbolo di innovazione e provocazione. Nel corso della sua vita produsse migliaia di opere, esplorando tecniche e stili diversi, lasciando una eredità artistica vasta e influente. Morì nella sua città natale, dove oggi sorge il Teatro-Museo Dalì, dedicato alla sua vita e alla sua arte.

Informazioni: Museo Storico della Fanteria

Piazza di Santa Croce in Gerusalemme 9, 00182 Roma – Italia

museodeigranatieri@gmail.com

Telefono: +39 06.702.7971


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