Sono ripresi i campionati maschili e femminili organizzati dal comitato regionale laziale della federazione italiana pallacanestro, presieduto da Stefano Persichelli. Trenta le competizioni in attività, un dato davvero positivo, dopo una lunga sosta dovuta alla pandemia, per la nostra regione. Il capoluogo pontino sta facendo la sua parte, nonostante poche forme di collaborazione tra le società presenti. Risultati inferiori alle attese negli ultimi anni, ora – dopo la ripresa – lo Sport Management brilla in tornei giovanili regionali di eccellenza. Nessun giocatore o giocatrice pontina gioca stabilmente in A1, sono lontanissimi i tempi con Latina in testa in tutti i campionati giovanili, presente spesso alle finali nazionali. La grande scuola di basket di un tempo – tra le migliori e più qualificate d’Italia – è solo un ricordo. Ma lasciamo stare il glorioso passato tra i grandi del basket italico, pensiamo seriamente al futuro in termini moderni e razionali, con occhio vigile sulle nuove strade che conducono al successo nello sport, al lavoro da compiere in palestra e all’aperto, negli indispensabili playground poco frequentati. Insomma, si potrebbe rilanciare pienamente il basket del capoluogo partendo da alcuni dati positivi. I praticanti sono circa 1OO0, le società 9, gli spettatori al PalaBianchini arrivavano anche a mille nelle partite di serie A2. Cosa impedisce un vero salto di qualità? Sicuramente la troppa conflittualità tra i club che non si adoperano per una politica comune, soprattutto nei settori giovanili, la cosa più importante in ogni mondo sportivo, specialmente quando la congiuntura economica non è favorevole come in questo difficile periodo. Club come Latina Basket Benacquista, Smg, Studio Sport, Bull, Sabotino, Academy, Nuova Pall. Latina, New Basket Time hanno tutte le possibilità di emergere, ma è importante dialogare per costruire qualcosa di duraturo, collaborare anche per ottenere più spazi nelle palestre scolastiche cittadine e al PalaBianchini. E’ possibile accedere a finanziamenti per l’acquisto di attrezzature sportive, per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, per la costruzione di nuove strutture. Fondamentale poi dare maggiore responsabilità e importanza agli allenatori e favorire il loro percorso di crescita e formazione grazie a investimenti mirati. Si può ripartire anche da tornei, clinic, stage, corsi di alta specializzazione, convegni di tematiche sportive, mostre, presentazioni di libri, eventi culturali, cose che a Brindisi o Pesaro facevano quasi giornalmente. Il nostro sport è aggregante, piace alla gente. Gli spettatori, prima del terribile Covid-19 erano in aumento su scala nazionale, non dimentichiamolo.
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