APRILIA – Lo stop al conferimento dei rifiuti della Progetto Ambiente presso l’impianto Rida non è ancora sbloccato e dunque prosegue lo stallo dovuto alla mancata certificazione prodotta da uno laboratori accreditati, senza la quale la dirigenza di Rida e il patron Fabio Altissimi si dicono indisponibili ad accettare i rifiuti raccolti nel comune di Aprilia.
Una situazione che ha portato ad un lungo scambio di missive tra Progetto Ambiente e Rida. La Municipalizzata del Comune di Aprilia oggi infatti ha chiesto, ‘alla luce dei risultati del certificato di analisi prodotto in data 22/09/2023, di poter riattivare i conferimenti presso il Vs. impianto di Via Valcamonica del rifiuto EER 200301 raccolto sul territorio del Comune di Aprilia, nelle more della produzione di una ulteriore certificazione analitica, affidata alla medesima società Lifeanalitics Srl, presente nella lista dei laboratori da Voi trasmessa, ma che sarà emesso dalla sede di Oderzo (TV) e non da quella di Torino‘.
Un’autorizzazione provvisoria in attesa di ulteriore documentazione sulla quale però è arrivata ancora una volta la netta chiusura di Rida che ha motivato lungamente la sua contrarietà.
‘In riferimento alla vostra nota prot. 804 del 26/09/2023 – scrive il presidente del Cda di Rida Ambiente, Fabio Altissimi -, siamo spiacenti di non poter assecondare le Vostre richieste. Peraltro, stando alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dell’assessore Marchitti (Latina Oggi del 23/09/2023), sembrerebbe che le analisi prodotte dal laboratorio non accreditato da Voi incaricato siano relative solo al rifiuto “porta a porta” e non anche al rifiuto tal quale raccolto e che, generalmente, conferite presso il nostro impianto.
Va da sé – aggiunge Altissimi – , quindi, che il certificato a Voi rilasciato potrebbe risultare non conforme rispetto al Vostro normale flusso complessivo settimanale. E infatti, dalla lettura del certificato emesso dalla Lifeanalytics sede di Torino, trasmesso con Vs nota prot. n. 797 del 22/09/2023, si evince una percentuale di organico relativamente contenuta (solo il 10%). Si tratta di valore di gran lunga inferiore alle medie degli ultimi tre anni (da noi monitorate ai fini della qualità) e alle rilevazioni più recenti, addirittura superiori alla suddetta media (ns. prot. 681B del 04/08/2023).
Pertanto, non possiamo che ribadire che il certificato che, in qualità di produttori del rifiuto, siete tenuti a produrre dovrà essere rappresentativo dell’intera massa dei rifiuti raccolti nel territorio di Aprilia, anche differenziandone la provenienza. Una volta riattivato il servizio, il Vostro rifiuto urbano sarà infatti nuovamente soggetto a monitoraggio a campione e, in caso di discrepanze notevoli rispetto alle medie rilevate nell’ultimo triennio, altro non potremo fare che sospendere i Vostri conferimenti.
Fino ad allora, trattandosi comunque di oneri a Voi spettanti e assolvibili con la normale diligenza del caso, la mancata ripresa dei conferimenti dopo il venir meno della causa di forza maggiore è esclusivamente a Voi addebitabile e costituisce, quindi, inadempimento al contratto stipulato inter partes in data 12/12/2022′.
In sostanza quello che Rida contesta, rispetto alle certificazioni rilasciate da laboratori non accreditati, è il fatto che molti comuni durante lo stop all’impianto di via Valcamonica abbiano utilizzato certificati che attestavano solo un 5-10% di presenza di rifiuto organico. Un dato ritenuto non veritiero da Rida dal momento che solo un mese fa si era al 34% di rifiuti organici presenti nella raccolta della gran parte dei comuni che utilizzano lo stabilimento di Aprilia.
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