Amarcord. Latina di una volta. Ricordate il simpatico Walter Bertazzoni? Era molto conosciuto come “quello della Divina Commedia”. Il perchè è facile spiegarlo. L’arzillo vecchietto sedeva tutti giorni al Bar Centrale, in corso della Repubblica angolo via Pio VI – ora vi troviamo Tzenesis – impegnato a recitare per ore versi dell’opera dantesca. Walter – deceduto qualche anno fa – aveva una miriade di conoscenti. Era solito uscire di casa solitario la mattina presto e ritornare prima delle 13. “Voglio evitare la fine del mondo – diceva convinto – che potrebbe verificarsi entro quell’ora”. Non abbiamo mai scoperto quale teoria applicasse il buon Walter, un emiliano che ha studiato in un seminario dei frati francescani per poi lavorare in fabbrica e all’Enel di latina. Amava la birra e il caffè espresso che Fabio, il barista, preparava con cura ma soprattutto Dante Alighieri. La Divina Commedia è considerata la più importante testimonianza della civiltà medioevale. Bertazzoni conosceva le tre cantiche: Inferno, Purgatorio, Paradiso. Il vispo pensionato ti fermava per strada e affermava: ” Conosci il canto undicesimo dell’Inferno?” Lo recitava a memoria. Si professava contemporaneamente ateo e credente spiegandone i motivi con eloquenza. Ricordo quando fu vittima di un serio incidente stradale, trascorse dodici mesi in ospedale per poi riprendere e continuare a frequentare il Bar Centrale. Walter indossava una canotta bianca in estate con pantaloncini corti, una giacca pesante l’inverno. Quando camminava per Latina era solito pregare a mani giunte. A chi erano rivolte le sue preghiere?
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