ROMA – La cultura perde uno dei sui maestri più brillanti. Si è spento il 26 dicembre a Roma, nella sua casa, il professor Walter Pedullà, così era chiamato da tutti quegli studenti che sono transitati per l’Università La Sapienza di Roma e che con lui si sono laureati in Letteratura Moderna e Contemporanea presso il Dipartimento di Italianistica e Spettacolo. Chi scrive è stata una sua allieva e una sua laureata. Ricordo che restavo incantata ogni volta che mi trovavo nel suo studio universitario davanti alla sua capacità di affascinare alla letteratura critica, alla sua capacità di suscitare curiosità negli studenti e per la semplicità con cui si rivolgeva a tutti noi, senza far pesare il suo essere “prof” (e tantomeno essere stato un dirigente Rai): era un grande saggio che dispensava cultura a piene mani, perchè sapeva che i semi avrebbero attecchito. Nel mio ultimo anno universitario spesso sedevo di fronte a lui che ascoltava attento i miei dubbi, le mie domande mentre gli porgevo le bozze della tesi di laurea su I Racconti di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ascoltava dalla mia voce il riassunto dei diversi capitoli e quando gli dicevo: “Prof, le lascio le bozze così le legge e se necessario corregge…” Mi rispondeva sempre: “Non è necessario, ho già capito dal tuo racconto cosa c’è scritto e come hai impostato il tutto. La tesi è qualcosa di tuo, l’artefice, il critico sei tu…questo confronto per me è già una discussione di tesi. Hai dato tre esami nel mio corso, vuoi che non ti conosca? Va benissimo così, ci vediamo la prossima volta”. Ecco, questo suo metterti a tuo agio, questo suo darti fiducia mi ha reso quella che sono. Se oggi sono qui a scrivere, se sono diventata giornalista (per giocare con le parole), se sono una docente di italiano è perchè nel sangue mi è rimasto un pò (un bel pò) di “sangue pedullanesco” che spero di non perdere mai…e di distribuire ai mie studenti, proprio come ha fatto lei con me. Infinitamente grazie. Ciao, Prof…
Walter Pedullà, 94 anni, saggista, critico letterario e giornalista. Nato a Siderno, è stato critico letterario del quotidiano Avanti! dal 1961 al 1993 e negli ultimi anni ha collaborato con Il Messaggero, dopo aver scritto per l’Unità, Italia Oggi e Il Mattino. Ha fondato nel 2001 due riviste culturali: L’Illuminista e Il Caffè illustrato. È stato presidente della Rai da febbraio 1992 a luglio 1993 e presidente del Teatro di Roma dal 1995 al 31 ottobre 2001. E’ stato con Elio Pagliarani, Luigi Malerba, Giorgio Manganelli e Angelo Guglielmi tra i fondatori della Cooperativa Scrittori, della quale è stato vicepresidente. Ha diretto la casa editrice Lerici, ha curato per Rizzoli l’edizione delle opere di Stefano D’Arrigo in cinque volumi e volumi di Italo Svevo, Corrado Alvaro, Antonio Pizzuto, Jolanda Insana, oltre ad aver introdotto decine di volumi di saggistica e poesia. Autore di numerosi libri di saggistica letteraria. Per i Meridiani di Mondadori ha curato un’antologia delle opere di Malerba. Ha vinto tra gli altri i premi Vittorini, Borgese, Giusti, Locri, Melfi, Adelphi, Regium Juli, Siderno, Cortina, Montesilvano ed ha ricevuto il premio speciale di letteratura al Premio Flaiano 2021 per il libro “Il pallone di stoffa. Memorie di un nonagenario” (Rizzoli, 2020). E’ stato nominato Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana per meriti culturali.
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