LAZIO –  “Ad ogni inizio d’anno il Parlamento fa le “pulizie legislative”, cioè verifica quanto del lavoro normativo svolto è stato applicato veramente, quanto è da anni inceppato in qualche pastoia burocratica ed anche quanto risulta inapplicabile, ma valga la pena tentare di provare ancora” dichiara Lubiana Restaini, Coordinatrice Piccoli Comuni ANCI Lazio.

E’ il cosidetto MILLEPROROGHE, un’anomalia, insieme alla LEGGE MANCIA che prevedeva contributi a pioggia per tutti, per fortuna da qualche anno in disuso, propria del nostro ordinamento, soffocato da provvedimenti su provvedimenti, che fanno dell’Italia la capofila internazionale per numero di leggi.

C’è dal 2010, – ha proseguito la Restaini – un provvedimento normativo che riguarda i 5.520 Comuni sino a 5.000 abitanti, paesi e borghi definiti piccoli, appunto con legge, la 122/2010, li si obbliga ad associare funzioni fondamentali ai fini del conseguimento di un presunto risparmio; ebbene da allora, 12 anni, l’art.14 di questa legge che prevede l’obbligo associativo viene prorogato senza alcun valido motivo.

Infatti sembra trattarsi di una sorta di accanimento terapeutico nei confronti di un comparto, quello dei Piccoli Comuni, che tra tagli, blocco del turn over del personale, balzelli vari ed oggi alle prese con il caro bollette, ha ben poco da risparmiare.

Non solo, sia la Corte dei Conti che ha specificato in una approfondita indagine che l’associazionismo in Unione di Comuni non fa risparmiare, ma addirittura aumenta i costi; sia il Ministero dell’Interno che recependo il rapporto di tutti i Prefetti, ha messo in evidenza diverse ragioni oggettive che non consentono nella maggior parte dei casi, di associarsi, aggravano l’anomalia.

Tanto è vero che la Corte Costituzionale con Sentenza n°33 del 2019 ha bloccato il suddetto art 14 per incostituzionalità.
“Ma allora, – ha concluso la Coordinatrice – visto che il Milleproroghe è ancora all’esame del Parlamento, e contiene un’ulteriore proroga addirittura al 31.12.2023, perché ANCI non si fa promotrice di un intervento tombale, definitivo e condiviso da tutti, per fare in modo che si affermi l’autonomia associativa dei Comuni e soprattutto che li si riporti, anche gradualmente, alla situazione finanziaria ante crisi 2008?”.


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