Restaini: come reimpiegare le risorse accantonate con il taglio dei parlamentari

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ROMA – Dopo la vittoria del Si al Referendum per il taglio dei nostri parlamentari, si apre una stagione di rinnovamento per le nostre istituzioni. Un’occasione di riforme per i piccoli Comuni Italiani ed i loro amministratori: Sindaci, Assessori, Consiglieri comunali.

Infatti il divario di trattamento tra i parlamentari, ma anche tra i consiglieri regionali ed il personale politico amministrativo dei Comuni resta enorme ed inaccettabile anche dopo l’aumento a 1000 euro netti apportato da un recente provvedimento.

“La mia proposta – dichiara Lubiana Restaini, coordinatrice della Consulta dei Piccoli Comuni di Anci Lazio – che formulerò nella Consulta dei Piccoli Comuni di ANCI LAZIO, è semplice e nello stesso tempo incisiva sullo status giuridico di questi amministratori.

Mi riferisco ai risparmi conseguiti con il taglio, circa 60 milioni di euro annui, stima approssimata per difetto, che potrebbero essere utilizzati per i costi della democrazia di base, quella appunto relativa ai Comuni sino a 5000 abitanti.

Quando si parla di rappresentanza, ed in questi giorni lo si è fatto anche troppo, si ignora che essa in prima istanza riguarda proprio i Sindaci e che essa comporta responsabilità enormi e dirette, molto più estese di qualunque altro che amministri la cosa pubblica: la necessità di un riequilibrio c’è tutta, ed è evidente che questo è il momento per porvi mano.

Ciò riguarda non solo all’indennità di carica, che dovrebbe partire da un minimo edittale di 3.000 euro netti per consentire anche a professionisti o imprenditori di governare un Comune e quindi stroncare quel fenomeno inquietante per la nostra democrazia, che è la mancanza di candidati a Sindaco, ma all’intero tema dello status.

Come è possibile che per un parlamentare anche un breve periodo di presenza faccia maturare una pensione vitalizia ed invece per un Sindaco non si calcolino affatto nelle sue ritenute emolumenti pensionabili? Non è accettabile, come non è accettabile che ci siano norme così restrittive sui permessi per il funzionamento degli organi, o sui rimborsi spese documentati.

C’è poi il problema dei Segretari Comunali, la cui carenza costringe questa figura strategica a gestire 3 o 4 Comuni contemporaneamente; dovrebbe essere lo stato a finanziare, in tutto o in parte a seconda delle taglie demografiche, questi funzionari.

Credo che se con buona volontà si affronterà questo argomento e vi si impiegheranno le risorse disponibili, se ne gioverà nel suo insieme il nostro sistema istituzionale.”


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