ROMA – E’ noto che la pandemia ha portato alla riscoperta dei Piccoli Comuni italiani, come luoghi salubri, sociabili, ricchi di un patrimonio vario di eccellenze monumentali, paesaggistiche, e non guasta anche enogastronomiche e folcloriche.
“Da anni denunciamo come ANCI – dichiara la Coordinatrice della Consulta dei Piccoli Comuni di Anci Lazio, Lubiana Restaini – lo stato di abbandono delle aree interne e montane, la scarsità di risorse loro destinate, la necessità di un programma di CONTROESODO che con risorse adeguate ripopoli borghi e paesi che altrimenti finiranno letteralmente per scomparire. Ebbene dopo 4 legislature l’iter di una legge per i Piccoli Comuni che ne comprenda tutti gli aspetti, dopo itinerari faticosissimi ha visto la luce il 6 ottobre del 2017 con il n°158, primo firmatario Ermete Realacci.
Questa legge ha avuto una dotazione finanziaria ridicola di 100 milioni di euro in tre anni proprio mentre il governo Renzi stanziava tre miliardi per le periferie urbane, ignorando che il degrado ed il sovraffollamento di esse derivava proprio dall’esodo dalle aree interne e montane; come a dire: meglio curare gli effetti che le cause di un fenomeno come questo.
Ebbene quei soldi, cui si sono poi aggiunti altri 60 milioni, non sono stati spesi affatto.
Nei giorni scorsi l’Associazione I Borghi più Belli d’Italia ha promosso una legge contro lo spopolamento ignorando che già c’è n’è una inapplicata e anche il senatore Nicola Calandrini ha dichiarato di aver presentato un ddl al Senato, voglio sottolineare che già nel 2019 il Senatore Calandrini si era fatto promotore di una interrogazione relativa alla mancata applicazione della legge sui Piccoli Comuni.
Ma oggi mi chiedo che abbia senso presentare in Senato per una proposta di legge che richiama la legge 158/17, sull’onda dell’interesse rivolto oggi ai Piccoli Comuni?
Ad ogni buon conto citiamo a vantaggio del Senatore Calandrini l’at.1 della legge, quello sulle finalità, che spiega chiaramente lo stato dell’arte.
“ART 1. La presente legge, ai sensi degli articoli 3, 44, secondo comma, 117 e 119, quinto comma, della Costituzione e in coerenza con gli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale di cui all’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea e di pari opportunità per le zone con svantaggi strutturali e permanenti di cui all’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, promuove e favorisce il sostenibile sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale dei piccoli comuni, come definiti ai sensi del comma 2, alinea, primo periodo, del presente articolo, promuove l’equilibrio demografico del Paese, favorendo la residenza in tali comuni, e tutela e valorizza il loro patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico. La presente legge favorisce l’adozione di misure in favore dei residenti nei piccoli comuni e delle attività produttive ivi insediate, con particolare riferimento al sistema dei servizi essenziali, al fine di contrastarne lo spopolamento e di incentivare l’afflusso turistico. L’insediamento nei piccoli comuni costituisce una risorsa a presidio del territorio, soprattutto per le attività di contrasto del dissesto idrogeologico e per le attività di piccola e diffusa manutenzione e tutela dei beni comuni.“
“Le criticità sollevate dal Sen. Calandrini, sono in piena sintonia con il lavoro di sensibilizzazione che sto svolgendo con la Consulta dei Piccoli Comuni di Anci Lazio – conclude la Coordinatrice Lubiana Restaini – mi auguro che tutte le forze politiche si impegnino in un percorso comune e condiviso volto a favorire l’impiego di quelle poche risorse impegnate ed a proporne di nuove degne delle necessità dei Piccoli Comuni.”
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