Ho ascoltato-visto “La grande messe des morts”(Requiem) di H.Berlioz (Parco della Musica-S.Cecilia),durante l’ascolto l’ho idealmente dedicata a tutti i morti in mare,in Siria,nei luoghi analoghi maledetti da Dio e dagli uomini. Domenica scorsa Lucia Annunziata,in trasmissione, non ha potuto trattenersi dal piangere di fronte allo strazio e scempio che sta accadendo in Siria,alla complicità della Turchia, al genocidio in atto: è il caso di invocare il Dies irae del Padreterno. Se quello di Verdi è potente e terribile,quello di Berlioz è pre-potente,sconquassante e insostenibile -Giorno d’ira quel giorno…Quando terrore vi/sarà,quando il giudice verrà/a valutare ogni cosa severamente!- ma l’effetto è ancor più sconvolgente, a confronto il Dies irae di Verdi può dirsi una “ninna nanna”(!). Più marcatamente laico,dissacrante Berlioz rispetto al Nostro, come quello intimamente spirituale ma animato da un “impeto tempestoso”(impropriamente tradotto in italiano “tempesta e assalto”) tipo Sturm und Drang (impropriamente tradotto in italiano “tempesta e assalto”),uno spirito ribelle dalla fantasia sfrenata, incendiaria. Il suo Requiem,è esplosivo e prorompente,un “bombardamento” di suoni,voci, strumenti : 300 coristi (due cori sinergicamente fusi,quello di Santa Cecilia e del San Carlo di Napoli), 10 tenori e altrettante soprano,l’orchestra (un’ ottantina di elementi) integrata dalle tube e tromboni della Polizia di Stato. Quando la compose (1837) pretese un organico di 500 elementi tra orchestrali e coro.In misura minore dovremo arrivare a Mahler anche a Wagner per dimensioni del genere.Spirito ribelle e indomito,irriverente o “blasfemo” ,con le sue composizioni oceaniche e travolgenti Berlioz puntava al teatro. Anche il Requiem di Verdi è teatrale ma quello di Berlioz lo è all’ennesima potenza,direi alla Ronconi (le macchine sceniche, gli allestimenti extra palcoscenico), alla Spielberg,in entrambi i casi con i dovuti effetti speciali. Musica teatrale nel senso etimologico del termine cioè da vedere (in greco thèatron dal verbo tìthemi= vedere), uno spettacolo avvincente e colossale.Soggiogante il “Tuba mirum”(Dies irae), il Rex tremendae – […] Condannati i maledetti,Gesù,/ spintili nelle fiamme soffocanti,/chiamami con i benedetti/ e dal profondo abisso/liberami, e dalla bocca del leone,/ch’io non cada nel buio….Re di tremenda maestà…/fonte di pietà,salvami!”. Si avverte la paura della morte,della violenza e dell’oltraggio perpetrati dagli uomini di cattiva/pessima volontà oltre che l’impotenza della giustizia e la sempre più assente umanità; la desolazione dei diseredati condannati all’emarginazione,alla povertà, alla solitudine.Una rappresentazione (in senso letterale) questo Requiem che tutti dovrebbero vedere per capire le aberrazioni,il dolore,la disumanità epocale e oramai mondiale che stiamo vivendo. Uno spettacolo disarmante al pari di un’altra potente rappresentazione delle pessime sorti umane contemporanee, il potente film di Todd Philips (Joker). P.S. Come sempre magistrale la direzione di Antonio Pappano, superlativi i due cori,cantanti,solisti,orchestra tutta. Ripreso dalla tv,su Rai 5 il 31 ottobre.(gmaul)
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