APRILIA – Il 3 novembre 2021 a Vetralla (VT), Montefiascone (VT), Bologna (BO), Acilia (RM) e Fiumicino (RM), i militari della Sezione Operativa del NORM del Reparto Territoriale di Aprilia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 persone (3 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) ritenute responsabili, a diverso titolo, dei reati di rapina in abitazione in concorso, sequestro di persona aggravato e danneggiamento seguito da incendio.
Il provvedimento cautelare scaturisce a conclusione delle risultanze acquisite dalla citata Sezione Operativa, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “OASI”, che ha avuto inizio a seguito dell’efferata rapina con conseguente sequestro di persona commessa, l’11 luglio 2020, ad Aprilia (LT), in pregiudizio di una coppia di coniugi titolari di attività imprenditoriali immobiliari in provincia di Latina e Roma.
In occasione dell’evento delittuoso una coppia di coniugi, veniva sorpresa presso la propria abitazione, ubicata in via della Cogna n. 5, da cinque individui travisati, che, dopo aver legato con alcune fascette i coniugi ed un custode cingalese asportavano denaro, preziosi ed una pistola Glock legalmente detenuta dal proprietario di casa.
La dinamica della rapina si sviluppava in due fasi: mentre due dei cinque rapinatori si trattenevano presso la tenuta a sorvegliare le vittime, altri tre, con l’autovettura rapinata alla coppia, successivamente data alle fiamme, si recavano presso l’abitazione romana delle vittime, in via Basento, ove asportavano dall’interno di una cassaforte gioielli del valore complessivo di circa 20.000 euro, un orologio del valore di circa 1.500 euro e denaro contante ammontante a circa 6.000 euro.
Il dispositivo di video sorveglianza installato all’interno dell’abitazione (con registrazione video e audio) permetteva di accertare come i rapinatori rimasti presso la villa e quelli andati a Roma avessero avuto contatti telefonici proprio durante le fasi della rapina.
Sulla base di questo primo elemento investigativo, veniva avviata una minuziosa indagine grazie alla quale sono state estrapolate alcune utenze verosimilmente utilizzate dai rapinatori e soprattutto emergevano i contatti fra dette utenze ed il guardiano, grazie alle quali si accertavano stretti contatti con un connazionale residente nella zona di Acilia.
Lo sviluppo della manovra investigativa permetteva, attraverso una puntuale attività di analisi dei flussi di comunicazione, di individuare un gruppo di malviventi gravitanti nell’alto Lazio, in particolare nel viterbese.
La ricostruzione delle dinamiche di relazione tra le utenze emerse, consentiva di comprendere come il custode (che è stato accertato frequentare pregiudicati locali, nonché fare uso di stupefacenti) avrebbe svolto il ruolo di basista, mentre la rapina sarebbe stata materialmente perpetrata da una batteria di rapinatori con l’ausilio di un altro cingalese residente nella zona di Acilia.
La collaborazione con i militari del Nucleo Investigativo di Viterbo e la visione dei sistemi di video sorveglianza del luogo ove era stata consumata la rapina consentivano di identificare inizialmente E.R., pregiudicato noto alle forze di polizia operanti in quella provincia e successivamente i rimanenti complici in E.A., D.C.A. , B.R. e D.C. tutti di etnia Rom legati fra loro da legati da vincoli di parentela.
Grazie a questi riscontri investigativi si iniziava una attività tecnica che si avvaleva anche della collaborazione del Raggruppamento CC Investigazioni Scientifiche di Roma, Sezione di Fonica, Audiovideo e Informatica al fine di comparare le voci acquisite dai sistemi di video registrazione con quelle reali, le cui immagini venivano nitidamente esaltate al fine di ottenere una comparazione univoca con gli indagati.
Nel corso dell’indagine, in data 9 marzo 2021, durante una perquisizione delegata dalla Procura di Latina presso il Golf Club della famiglia rapinata a carico del custode cingalese nei confronti del quale oltre a rinvenire armi e droga erano emersi gravi indizi di reità in ordine al suo ruolo di basista simulando di essere parte offesa della rapina, costui si barricava dentro una stanza suicidandosi mediante l’esplosione di un colpo di arma da fuoco alla tempia.
Appariva evidente che il gesto del predetto era dovuto all’onta di essere riconosciuto come uno dei colpevoli a fronte della fiducia che gli era stata concessa dalla famiglia rapinata.
Il G.I.P., concordando pienamente con tutte le risultanze investigative prodotte dalla Procura di Latina che a sua volta concordava con le indagini condotte dalla Sezione Operativa del NORM del Reparto Territoriale di Aprilia emetteva le misure custodiali oggetto dell’odierna operazione.
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