Oramai è chiaro, al netto di artisti old style che ancora si meritano la scena ad ogni loro nuova uscita, questa rubrica da diverso tempo si occupa della gioventù musicale internazionale. Questo mese tre proposte, consigli o semplicemente menzioni per voi. “Ciabatte” è il singolo di debutto di Pier un nuovo nome che si impone nella scena indipendente, cantautore e produttore polistrumentista che ci racconta nel brano la fine di una lunga relazione. Le immagini malinconiche del testo trascinano subito la canzone attraverso una serie di ricordi sbiaditi: momenti bellissimi di una vita insieme che però, sovrastati da un muro di discussioni, traumi, difficoltà di dialogo, a un certo punto non bastano più per andare avanti. La decisione di lasciarsi corrisponde alla rinuncia a tanti sogni e promesse, e la canzone attraversa quel momento in cui, passato il primo mese da soli, ci si rende conto che le piccole cose che si condividevano in casa non fanno più parte della propria quotidianità, lasciando la consapevolezza di un vuoto da colmare. Il brano è la prima tappa di un progetto più ampio che vedrà una canzone per ogni fase dell’amore. All’età di 5 anni i genitori di Pier tornando a casa lo trovano che aveva imparato da solo a suonare la melodia di The Lion Sleeps Tonight sulla tastiera dello zio, e così, scoprendone l’orecchio assoluto, decidono di affittare un pianoforte. Da lì la passione per la musica si estende alla chitarra e al basso e all’età di 12 anni acquista la sua prima scheda audio, col sogno di poter registrare i propri album suonando tutti gli strumenti. Da sempre eclettico e musicista multi-genere, è diplomato al Conservatorio col massimo dei voti e menzione speciale prima in Pianoforte Classico, poi in Composizione Pop. Successivamente vince una borsa di studio per il CET di Mogol, dove scrive le sue prime canzoni. Qui conosce gli artisti emergenti Moscardi, marasmo, foreman, Imperatore, Stanislao, e si cala per loro nei panni di arrangiatore/produttore utilizzando lo pseudonimo Labbè: così comincia ad avverarsi in piccola parte il sogno di produrre musica suonando tutti gli strumenti. Estende le collaborazioni ad altri cantautori emergenti e col tempo viene ingaggiato anche da artisti più noti come Arisa, per la quale orchestra e dirige gli archi nel brano L’Arca di No; è arrangiatore d’orchestra per alcuni concerti di Morgan, Giuliano Sangiorgi, Serena Brancale, Karima ed altri. Svolge da sempre tante attività in ambito musicale, tra corsi, live, studio di registrazione. Ma fra tutte queste cose, soltanto scrivere gli permette davvero di esprimersi a fondo tra amori cominciati e finiti, crisi di panico, dubbi esistenziali, sesso, introspezioni. L’esigenza di esternare totalmente le proprie emozioni da vita ad un progetto che porta un nuovo nome, Pier, il suo da sempre. I Soloperisoci invece sono una band pop-wave romana, evoluzione di Ernesto e i Soci. Il gruppo trova la sua identità musicale tra la musica indipendente d’oltremanica e la canzone italiana. Nel corso del 2022 produrranno 5 singoli, ognuno dei quali sarà accompagnato da un lato b autoprodotto dalla band. Ernesto Alemà (voce e chitarra) Alessandro Onofri (voce e chitarra) Matteo De Vitis (voce e basso)
Guglielmo Cappellini (batteria), in questo mese è uscito il singolo “Dipendente” che segue i precedenti “Bristol” e “Ho paura“. Un brano dolce amaro che arriva alla fine dell’estate, un capitolo complesso e stratificato di influenze, dall’indie-rock di prima generazione al post punk, che vuole affrontare il tema delicato delle dipendenze, inevitabili. “La dipendenza – dichiara la band – è lo stato di subordinazione rispetto a persone, sostanze, emozioni. Dipendenti lo siamo sin dalla nascita, incapaci di sopravvivere autonomamente. Le dipendenze ci accompagnano nel corso della vita, alimentano il ciclo desiderio-ricompensa che ci tiene in movimento perenne, ma sempre intorno alle stesse quattro facce“. Ultima ‘segnalazione’ quella di “Fragola” il nuovissimo singolo di Chiara Cami. “Un nuovo capitolo delle vibes autunnali – dichiara l’artista – che ci accompagna in cucina con la cantautrice romana. Per iniziare dunque, prendere una storia d’amore e farla bene a pezzi, possibilmente piccoli. Poi, stendere bene sul tavolo le vicende e organizzarle in una trama struggente. Aggiungere quindi una buona dose di chitarre rigorosamente anni ‘90. Amalgamare il tutto con una voce limpida e adagiare il composto su un delizioso strato di armonizzazioni. Per guarnire, si consiglia di usare della frutta fuori stagione. Le fragole si prestano bene, essendo un frutto molto dolce che mal si combina con la freddezza di chi di ricevere amore non ne vuole proprio sapere. Lasciare riposare in frigo fino a inizio ottobre e servire ben freddo. Il singolo autunnale perfetto non esiste, ma forse questo ci si avvicinerà”. Chiara Cami nasce a Roma e fin da piccolissima scrive canzoni e si esibisce in centinaia di video registrati sul primo computer con l’amica del cuore. A diciassette anni si trasferisce a New York per sei mesi, salvo rendersi conto che l’America non è forse la svolta che aveva immaginato per la sua vita. Torna in Italia e inizia a scrivere canzoni ad un ritmo piuttosto serrato. Tra una delusione in amore e quella americana, il filo conduttore sembra essere un sentimento di disillusione verso il mondo patinato dipinto dalle serie TV degli anni 2000. Il brano, “Fragola”, mantiene a fuoco l’obiettivo di raccontare con trasparenza le complessità di una vita che non è come ce la si era immaginata.
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