“Anche io ho appreso dalla stampa di questa vicenda. Sono profondamente rammaricata e anche arrabbiata per quello che ho letto e ancora di più per quello che è accaduto, soprattutto perché questa amministrazione si è costituita parte civile in tutti i procedimenti in cui è parte interessata, oltre che parte lesa”.
Il sindaco Matilde Celentano non ha potuto evitare di affrontare in Consiglio comunale l’imbarazzante vicenda della mancata costituzione di parte civile del Comune capoluogo nel procedimento penale per le indimidazioni sulle assegnazioni delle aree per i chioschi del lungomare. Così l’aula consiliare è diventata terreno di scontro politico. Il primo cittadino ha promesso che indagherà e farà chiarezza. “Vi assicuro sin da ora che non è stata una scelta politica dell’amministrazione – ha sottolineato nel suo intervento – e ho già dato disposizioni per accertare cosa sia accaduto, per quali ragioni non ci sia stata la costituzione di parte civile del Comune di Latina. Se saranno ravvisate responsabilità ed eventuali omissioni, l’amministrazione prenderà i provvedimenti conseguenti. Acquisite le dovute informazioni ed effettuati gli accertamenti, prendo l’impegno – ha concluso – di riferire prontamente al Consiglio comunale”.
Una risposta che non soddisfa neppure un poco l’ex sindaco di Lbc Damiano Coletta. “Da cittadini – ha sottolineato nel suo intervento in aula – chiediamo spiegazioni alla sindaca e a questa maggioranza per una scelta che riteniamo irriguardosa nei confronti di tutta la comunità che si rappresenta. Io le pretendo anche da ex sindaco, perché nel 2017, per una serie di rinunce sospette che arrivavano nell’assegnazione del primo chiosco, presentai un esposto contro ignoti in questura. La situazione era molto opaca e ci misi la faccia, come deve fare qualsiasi amministratore. Mi aspettavo una solidarietà politica trasversale, che arrivò invece solo dall’allora maggioranza mentre qualcuno minimizzò accusandomi di psicosi. Ora, a distanza di anni, abbiamo un’indagine e un processo su un’organizzazione criminale che forse aveva davvero messo occhi e mani sulle concessioni dei chioschi. Riteniamo che questa scelta – ha aggiunto – deve essere spiegata, perché si amministra non solo per tagliare nastri ma per rappresentare l’intera comunità, i suoi cittadini, gli imprenditori sani, la magistratura. Costituirsi parte civile è impegno etico ma anche amministrativo, ha bisogno di una delibera di giunta e certo non si improvvisa. Voi dove eravate? Quando si combattono i clan e la criminalità bisogna metterci la faccia. Le spiegazioni che ci sono state fornite dalla sindaca non sono sufficienti. E non abbiamo sentito la parola scusa rivolta alla cittadinanza. Ora si cercherà un capro espiatorio, ma il fatto resta ed è gravissimo”.
“C’è una grave responsabilità politica dell’amministrazione guidata dal sindaco Celentano in questa vicenda – commentano i consiglieri del Partito democratico – e il sindaco ha confermato la consapevolezza della maggioranza sulla mancata costituzione di parte civile nel procedimento penale presso la sezione antimafia di Roma. La responsabilità politica è evidente: la costituzione di parte civile richiede una delibera di giunta, e questa non è stata adottata. È una chiara dimostrazione della scarsa attenzione dell’amministrazione ai temi della legalità. Gli incendi presso i chioschi, avvenuti già dall’insediamento di questa amministrazione – proseguono i rappresentanti dell’opposizione – rappresentano un segnale d’allarme. Celentano aveva promesso di affrontare con decisione tali fenomeni, ma questa scelta di non costituirsi in giudizio dimostra il contrario. Non si tratta di una svista, ma di una precisa decisione politica. Su questi temi – concludono – non accettiamo superficialità e approssimazioni.
( Fonte Latina Today)
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