“Abbiamo un altro ragazzo sulla coscienza, voglio vedere se qualcuno si sveglia per mettere in sicurezza le strade. Non si può morire così”. Il messaggio lo scrive Giulia, una residente di Labaro, che sul gruppo di quartiere su Facebook condivide tutta la sua tristezza dopo la morte di Gabriele Sangineto, l’ennesima vittima sulle strade di Roma. Un pensiero declinabile anche per le tragedie successe in altri quartieri.
A un anno di distanza dalla morte di Francesco Valdiserri, la strage – perché di questo si tratta – di perdoni, continua. Nella Capitale, negli ultimi tre giorni, le vittime sono state tre. Tutti investiti e uccisi sulle strisce pedonali per giunta. Un dato sconcertante se si pensa che in questo 2023 in città ci sono stati più di 23 mila incidenti stradali e circa 1900 sono stati i pedoni coinvolti, secondo quanto appreso da RomaToday.
Un anno fa la morte di Valdiserri
Un anno fa, la notte tra il 19 e il 20 ottobre 2022, Francesco Valdiserri moriva investito e ucciso mentre camminava sul marciapiede della Colombo da una ragazza, all’epoca 23 anni, condannata a 5 anni per omicidio stradale aggravato. Stando a quanto emerso dalla sentenza di condanna, la giovane al volante dell’auto è stata accusata di aver tenuto una “guida grave e irresponsabile” che ha portato alla morte di Valdiserri “e messo a rischio la vita di almeno altre due persone oltre che la propria”.
Ma a Roma si continua a morire
In questi giorni sono già andati in scena una serie eventi per commemorare Francesco, come il concerto ‘Sogno di una notte di fine estate’ promosso da Propaganda Schuster svoltosi il 29 settembre, ma anche altri iniziative per promuovere la sicurezza stradale come ‘Città 30’, progetto per la creazione di un modello di mobilità sostenibile e sicurezza stradale efficace.
Oggi, invece, il primo incontro di una lunga serie dedicato all’educazione stradale nelle scuole chiamato Progetto Pos. Incontri che hanno visto gli interventi dell’associazione ‘Familiari e vittime della strada’, della polizia Stradale e alcuni ex professori di Francesco. Eppure, nonostante le tante iniziative della cittadinanza, a Roma si continua a morire sulle strade. Martedì, mercoledì e giovedì: un morto al giorno. Un pedone investito e ucciso ogni 24 ore.
L’ultima vittima aveva tre anni in più di Francesco Valdiserri, anche lui giovanissimo. Gabriele Sangineto aveva 21 anni. Il suo cuore ha cessato di battere intorno all’ora di pranzo di oggi, all’ospedale Sant’Andrea dopo che era arrivato in gravi condizioni. In mattinata, mentre stava raggiungendo la stazione di Labaro, è stato centrato sulle strisce pedonali prima da un taxi e poi sbalzato sotto un Fiat Doblò. Una carambola fatale per il ragazzo.
Una morte che ha scosso il quartiere a nord di Roma. Decine i commenti sui social. “I primi colpevoli siamo noi automobilisti ormai si guida guardando il cellulare, mandando messaggi e facendo storie e selfie alla guida”, scrive Sabrina. Secondo Silvia, invece, il problema è la conoscenze del codice della strada: “Le strisce sono uno stop, sono lì per garantire la sicurezza dei pedoni. Vanno solo rispettate le regole, come anche il limite di velocità”.
La tragedia di via Flaminia arriva poche ore dopo quella di via del Teatro Marcello. Lì, in pieno centro storico, Laura Pessina è stata anche lei investita e uccisa mentre stava attraversando sulle strisce pedonali. 58 anni era originaria di Milano e si trovava nella Città Eterna in vacanza insieme al marito, anche lui rimasto ferito. L’incidente stradale è avvenuto lo scorso martedì e 24 ore dopo i medici dichiarato la morte della donna. A colpirla un suv, condotto da un uomo italiano di 78 anni, fermatosi a chiamare i soccorritori.
Una dinamica che ricorda sinistramente l’incidente nel quale ha perso la vita Orazio Otello Frezza in via di Portonaccio lo scorso 18 ottobre. Il pensionato stava portando a spasso il cane, quando era impegnato ad attraversare l’incrocio all’altezza di via Latino Silvio sulle strisce pedonali. Il 78enne è stato travolto e praticamente ucciso sul colpo da un furgone Citroen Jumper guidato da un 73enne.
33 pedoni uccisi a Roma nel 2023
Un bilancio drammatico che ha fatto salire a 33 il numero dei pedoni uccisi a Roma dall’inizio dell’anno. Ad aggiornare i numeri è lo speciale osservatorio dell’Asaps, l’associazione amici e sostenitori polizia stradale. “Nei primi nove mesi e mezzo di quest’anno i pedoni che hanno perso la vita sulle strade italiane sono 342 (222 uomini e 121 donne): 172 avevano più di 65 anni e 16 meno di 17. Ma si tratta – spiegano i responsabili dell’osservatorio – di un dato parziale che non tiene conto dei feriti gravi che spesso perderanno la vita negli ospedali anche a distanza di mesi”.
Dopo il Lazio, le regioni con il maggior numero di decessi quest’anno sono la Campania con 40 e la Lombardia con 39. Dall’analisi Asaps emerge che nei mesi di giugno e luglio 2023 sono deceduti più pedoni dell’anno 2022, secondo i dati appena pubblicati dall’ISTAT, erano infatti morti 28 pedoni a giugno e 35 a luglio.
”Bisogna fermare la strage di pedoni, ormai è una vera emergenza. Non passa giorno che si segnala un nuovo gravissimo incidente. Si faccia subito un piano straordinario per le ‘strade sicure’, non si può assistere a questa strage. Roma e il Lazio hanno il triste primato italiano. Le istituzioni battano un colpo, serve una risposta forte. Al giovane e ai suoi familiari va in questo momento il mio pensiero e la mia vicinanza”, ha scritto su Facebook Alessio D’Amato, consigliere della regione Lazio di Azione e presentatore della proposta di legge regionale Lazio strade sicure.
( Fonte Roma Today )
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