Ma l’annuncio più importante della serata è quello che arriva subito dopo.
E’ ufficiale: Re-Think Sabaudia, il progetto di rigenerazione urbana dell’ex Spes ha ottenuto circa 5 milioni di euro dal Ministero dell’interno, nell’ambito del programma finalizzato alla trasformazione di alcune aree cittadine marginalizzate e aggredite dal degrado sociale.
Per la precisione saranno 4.743.400 euro, con un cofinanziamento di 189.500 euro, da suddividere in tre interventi: in primis la ristrutturazione dell’edificio ex sede della Polizia Portuaria, da adibire in parte ad ospitare gli atleti durante le manifestazioni nazionali ed internazionali in organizzazione a Sabaudia, in parte per strutture ricettive e didattiche, ed in parte per la realizzazione di centri diurni dedicati ai più fragili; poi il ricavo di un grande spazio polifunzionale a servizio dei cittadini, là dove sorge il magazzino Ex Spes; infine, nell’area cosiddetta Arena del Mare la realizzazione di una pista di atletica leggera per attività agonistiche, giovanili, universitarie e amatoriali, ed anche a vantaggio di persone con difficoltà motorie nella giusta prospettiva dell’inclusione sociale.
Un input quest’ultimo che porta la firma dell’Atletica Sabaudia e del suo presidente Antonio Cipullo, uno degli anelli del grande gioco di squadra messo in campo dal Comune insieme agli Uffici comunali competenti e al Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli per la produzione del progetto, come commenta la stessa sindaca Gervasi.
“È un risultato sperato che finalmente si concretizza – sottolinea ancora il primo cittadino di Sabaudia – ma soprattutto è il successo e la bontà di un grande lavoro di progettazione realizzato sinergicamente dagli Uffici comunali, dall’Atletica Sabaudia e dall’Università Federico II di Napoli, nostro partner in questa felice avventura, che ora consentirà di restituire alla cittadinanza uno spazio pubblico per troppo tempo lasciato in balia degli eventi e dell’incuria amministrativa”.
“Ottenere circa 5 milioni di euro – conclude Giada Gervasi – era un obiettivo ambizioso ma tutti insieme ci abbiamo creduto fin dal primo istante nell’intento di ripensare alcuni luoghi cardine della città e abbiamo lavorato affinché questo potesse essere raggiunto”.
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