TERRACINA – Quello che segue non vuole essere una riflessione polemica, razzista o di altra facile etichettatura populistica.
Vuole invece prendere di petto visto, che non lo fa nessuno, un tema che vede protagonisti tanti, troppo extracomunitari, che senza eccessivi controlli soggiornano sul nostro territorio comunale.
A Terracina come a Borgo Hermada la stampa locale riporta in cronaca furti in abitazione, spaccio di stupefacenti, reati predatori a danno dei cittadini che si aspetta un maggiore controllo del territorio da parte delle Forze dell’Ordine e di una chiara ed efficace pianificazione delle politiche sociali da parte dell’amministrazione comunale.
Vi sono zone del territorio scarsamente attenzionate, dove risiedono abusivamente intere tribù di extracomunitari, diversi dei quali condizionano in negativo la vita quotidiana dei cittadini residenti.
Parlo in particolare del quartiere Calcatore, una zona che di là dagli annunci di prossime e grandiose realizzazioni per il sociale, per un costruendo teatro comunale, un asilo nido, un parco giochi per bambini con annessi giardini pubblici, rimane terra di confine.
Una sorta di periferia reietta a poche centinaia di metri dal centro città.
Al “Calcatore” chi percorre a piedi lo “Stradone la Valle” ha pieno il senso del rischio che corre di essere investivo per la forte velocità con cui auto e moto la percorrono, con l’aggravio della mancanza di un benché minimo marciapiede, di segnaletica orizzontale, verticale e dei dissuasori.
L’altra sera percorrendolo mi sono resa conto anche delle “uscite” improvvise da case in abbandono che insistono lungo lo “stradone” d’individui extracomunitari.
Uno di questi, evidentemente in preda ai fumi dell’alcool, si poneva al centro dell’arteria stradale sfidando la buona sorte e la perizia degli automobilisti, uscendone infine miracolosamente illeso.
Quell’abitazione in disfacimento, che ha una proprietà certa, è diventata nel tempo un ricovero di sbandati di tutte le nazionalità, che si sono periziati anche di apporre al cancello d’ingresso un capace lucchetto a difesa dei propri beni allocati.
A parte il fare dell’ardito extracomunitario, altri e più loschi traffici sono consumati intorno all’area della dismessa stazione ferroviaria, oggi ribattezzata “Polo dei Trasporti”, dove non passa notte che succeda una rissa insaporita da urla insopportabili per la pubblica decenza.
Per questo la richiesta per chi dovrebbe operare è presto formulata: s’impone una bonifica dell’interno quartiere dagli occupatori abusivi delle case fatiscenti, e un controllo sistematico da parte delle Forze dell’Ordine teso a evitarne di nuove.
Poi, in considerazione della politica del governo nazionale sull’immigrazione, il Comune si accerti sul serio se il nostro territorio è inserito in quelli disponibili per tale accoglienza.
Non vorremmo assistere ai lamenti e alle imprecazioni verso un governo nazionale cinico e baro da parte di chi, oggi, ha in ambito locale il dovere di rendere edotta la popolazione su questo tema, anticipando gli eventuali interventi da pianificare.
Gina Cetrone
Movimento politico Sì Cambia
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