Abbiamo appreso della decisione dell’Amministrazione Comunale di Latina di stipulare una convenzione con l’Università per 30 anni per l’immobile dell’ex Banca d’Italia e per l’ex Garage Ruspi. La Sindaca Celentano abbonda in retorica, annunciando scelte storiche e rivoluzionarie che cambieranno il centro di Latina, ma tanta ingiustificata enfasi serve solo a coprire un vuoto pauroso di idee, approssimazione nelle scelte e autoreferenzialità
L’amministrazione, che dovrebbe recuperare la capacità di ascoltare e saper cogliere anche dall’opposizione suggerimenti o idee nell’interesse della comunità, preferisce arroccarsi e fare scelte per i prossimi 30 anni in totale solitudine. Da quanto emerso all’ex Banca d’Italia, infatti, mettono un po’ tutto: aule universitarie e laboratori di ricerca, ma anche uffici comunali. Insomma, poche idee confuse, messe lì tanto per dire qualcosa. Sull’ex garage Ruspi ancora più incertezza: si accenna vagamente a qualcosa collegato con i giovani, esterno all’università ma in accordo con essa.
Va sottolineato poi come nelle parole della sindaca e dell’assessora Nasti vengano più volte menzionati i giovani come soggetti interessati di questa scelta “rivoluzionaria”. Peccato che i giovani non siano stati minimamente interpellati in questo processo decisionale. La sindaca Celentano sa cosa vogliono i giovani? Quali sono le loro necessità? La sindaca ha mai pensato di ascoltarli prima di prendere questa decisione? Siamo davanti ad un’amministrazione senza visione, che preferisce svendere i propri immobili storici, patrimonio della collettività, piuttosto che domandarsi quale utilizzo farne. Ci domandiamo quindi cosa possa esserci di rivoluzionario nel percorso della giunta; d’altronde la Celentano ci sta abituando, poco a poco, a delle politiche amministrative innovative, come l’anacronistica riapertura della piazza al traffico.
Stupisce dunque l’assenza da parte dell’ente di qualsivoglia accenno di coinvolgimento della comunità locale. In questi mesi sui due immobili, e sul ruspi in particolare, sono intervenuti architetti, urbanisti, ma anche associazioni ed operatori culturali che da anni soffrono la mancanza di spazi pubblici nella nostra città: nessuno di loro è stato ascoltato. Colpisce questa cesura con pezzi di città, colpisce la miopia e la sciatteria politica ed istituzionale della maggioranza ed ancor di più l’abuso del linguaggio da parte della sindaca che parla di eventi storici. E poi, come si inseriscono queste due scelte nella politica di (ri)progettazione del centro storico? Ma questa maggioranza ha un’idea? A noi sembra sempre di più una somma maldestra di parti che si susseguono in un esercizio di retorica pervasivo e quotidiano.
Inoltre, il concetto di base che contestiamo è soprattutto l’uso precipitoso di spazi pubblici strategici per la città, bloccandoli sulla sola destinazione universitaria.
Questi due immobili potrebbero avere una vocazione differente: l’ex garage Ruspi, frutto di un ottimo recupero, come centro espositivo al servizio di artisti locali e del territorio e l’ex Banca d’Italia, dotata di spazi e misure di sicurezza uniche, come Pinacoteca e centro per i grandi eventi espositivi culturali. Sullo stesso edificio sono emerse anche altre proposte legate alla cultura, tutte meritevoli di attenzione e di confronto; scelte indicate ed altre dedicate alla cultura, tutte caratterizzate dal pregio di rafforzare la molteplicità di funzioni che il centro storico della città deve avere e sviluppare: funzioni istituzionali, culturali, residenziali e commerciali. Per la destra che si riempie la bocca del centro storico questa scelta rappresenta un autogol clamoroso.
L’altro danno è poi generato nei confronti della stessa università, quando viene concepita come un liceo e si dimentica la necessità di rafforzarla nella sua funzione di ricerca per attrarre cervelli e giovani talenti a Latina, permettendo uno sviluppo del nostro sistema industriale attraverso collaborazioni di lungo termine tra facoltà ed imprese. Per l’amministrazione, però, tutto ciò appare inutile, perché è chiaramente incapace di confrontarsi su idee e progetti che non è in grado di concepire ed elaborare.
In Consiglio Comunale e nella Città proveremo a sollecitare un confronto che generi scelte di qualità e lungimiranti per Latina.
Il segretario comunale del PD di Latina
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