LATINA – Una scuola nella provincia di Latina è stata scossa dalla scoperta di un caso inquietante legato all’applicazione “Bikinioff,” un’app per smartphone che consente di creare immagini virtuali realistiche di donne trasformando foto “normali” in foto di nudo. In questo caso, non solo alcune giovani studentesse di appena 13 anni sono state vittime di questa applicazione, ma anche un’insegnante della scuola è finita nel mirino.
L’indagine è stata avviata dalla Procura dei Minori di Roma, poiché sono emerse immagini delle studentesse realizzate con l’app “Bikinioff” e condivise su social network e applicazioni di messaggistica come Whatsapp e Telegram. Almeno nove ragazzi, compagni delle vittime, sono coinvolti nell’accusa di aver creato e diffuso queste immagini.
L’indagine sulle immagini delle studentesse è ancora in corso, ma al momento non ci sono denunce relative all’insegnante coinvolta nella stessa applicazione pericolosa. Nel caso della giovane insegnante, la situazione si è aggravata ulteriormente poiché un’immagine creata con un “bot” su Telegram è stata utilizzata da due siti web pornografici, diffondendo così le sue immagini su vasta scala, con conseguenze difficilmente quantificabili.
È particolarmente preoccupante il fatto che queste immagini possano essere facilmente diffuse e replicate tramite l’intelligenza artificiale, rendendo difficile tracciare il loro percorso nel vasto mondo delle applicazioni e dei gruppi online.
La professoressa coinvolta, una volta venuta a conoscenza della presenza delle sue immagini su siti web per adulti, ha richiesto e ottenuto la rimozione del materiale. Tuttavia, il timore è che le immagini possano essere state diffuse altrove o replicate attraverso l’intelligenza artificiale, in un meccanismo tanto perverso quanto difficile da fermare.
La Procura dei Minori di Roma sta continuando le indagini affidate alla polizia Postale sui nove ragazzi coinvolti nel caso delle studentesse. Le famiglie delle ragazze sono state ascoltate e supportate dalla Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Monica Sansoni, che segue da anni i casi legati alla pornografia e al cyberbullismo in ambito scolastico e non solo.
Sansoni sottolinea l’importanza di non sottovalutare queste situazioni, spesso considerate degli scherzi dai ragazzi, ma che hanno conseguenze gravi per tutte le parti coinvolte. Anche un caso analogo a Roma è stato recentemente archiviato, dove i due ragazzi coinvolti hanno dimostrato di aver cercato di cancellare le immagini diffuse, comportamento che ha influito sulla decisione del giudice.
Ora bisognerà attendere gli sviluppi dell’inchiesta sulla scuola di Latina per comprendere appieno la portata di questa inquietante situazione.
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