Processo Karibù. Tripodi (FI) “Qualora i Comuni non si costituiranno compatti parte civile nel processo penale a carico della coop Karibù, ne renderanno conto ai cittadini”

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LAZIO – “Cosa dice l’ex sindaco Coletta, e i compagni del Pd che elogiavano il sistema Karibù come modello virtuoso di accoglienza? Attendo fiducioso un passo da parte di quei Comuni che oggi mancano nell’elenco delle richieste di costituzione di parte civile nel processo penale a carico della coop, perché parliamo di un’indagine sui soldi pubblici, presumibilmente distratti dalle finalità pubbliche per soddisfare “il diritto al lusso” della signora Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, rispettivamente moglie e suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, il sindacalista di origini ivoriane e deputato eletto con l’alleanza Verdi-Sinistra nelle elezioni politiche.

Sono convinto e spero vivamente che i Comuni che mancano all’appello per la costituzione di parte civile nel processo penale, lo faranno successivamente, in caso contrario, a mio avviso, dovranno renderne conto ai cittadini.

Qualcuno dovrà spiegare perché alcuni Comuni della provincia di Latina, pur sussistendo i presupposti di fatto e di diritto per costituirsi parte civile, nel processo penale a carico dei 5 indagati della coop Karibù, per la questione legata all’accoglienza dei migranti, ad oggi tacciono. Mi riferisco a Roccagorga in primis, dove denunciai lo stato di totale abbandono di minori e lavoratori, lasciati senza stipendi e con cibo scaduto, in alloggi fatiscenti. Non erano illazioni, quando attraverso gli organi stampa e una precisa interrogazione in Regione, all’allora presidente Nicola Zingaretti, chiedevo di far luce sugli affidamenti diretti al Comune di Roccagorga attraverso la determina del 13 settembre 2017 con cui, a un progetto di accoglienza per 40 posti, l’ente riceveva dal Ministero 535 mila euro all’anno per tre anni, con affidamento diretto del servizio alla Karibù. Guarda caso, manca all’appello la richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Roccagorga, dove la cooperativa della famiglia di Soumahoro gestiva l’accoglienza dei migranti nel comune dove arrivava ad incassare anche 300 mila euro l’anno. Proprio qui, dove lavoratori e bambini, vivevano in condizioni di degrado, con gli adulti senza stipendi in alloggi fatiscenti, per non parlare della fornitura di cibi scaduti, destinati anche ai bambini. Sempre su Roccagorga rilevai la stranezza dell’assessore ai Servizi sociali del comune, esponente del Partito democratico, anche dipendente della coop Karibù.

Ad oggi mancano all’appello le richieste di costituzione di parte civile dei comuni di Aprilia, Maenza, Terracina, Cisterna e Priverno.

Dov’erano queste amministrazioni invece di controllare e vigilare insieme agli enti preposti che dovevano vigilare sul grande flusso di denaro pubblico? Perché questi Comuni da quando è esploso lo scandalo Karibù non si esprimono a tutela delle comunità che rappresentano?”, così Orlando Angelo Tripodi, presidente della commissione Lavoro alla Pisana.


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