Il consigliere comunale Emiliano Licata, eletto nella lista Celentano, espressione del sindaco, aderisce all’Udc. Il passaggio è stato presentato in una conferenza stampa alla presenza del coordinatore provinciale dell’Udc Alessandro Paletta e degli esponenti del gruppo consiliare Maurizio Galardo e Nicola Catani. Licata, 38 anni, medico di medicina generale, è stato eletto con 440 preferenze e ha spiegato che crede nei partiti e sente la necessità di fare un percorso in un partito strutturato. “Mi colloco in una prospettiva politica di centrismo con uno sguardo proiettato al futuro – ha spiegato – la mia scelta non sposta di una virgola le promesse fatte all’elettorato, con Matilde Celentano ho condiviso un rapporto professionale e di stima a cui non voglio rinunciare”. Il coordinatore Paletta ha spiegato che il passaggio di Licata nell’Udc è la prima tappa, dopo le elezioni, di un percorso di crescita e rafforzamento del partito provinciale non solamente a Latina, ma anche negli altri territori.
“E’ un passaggio di crescita del partito su base locale e provinciale che non riguarda le dinamiche dell’amministrazione comunale – ha detto Paletta – non è un atto ostile nei confronti dell’amministrazione, il sostegno alla coalizione di cui facciamo orgogliosamente parte e alla Celentano non viene meno e si rafforza con maggiore responsabilità. Siamo alle soglie di passaggi politici nazionali importanti, il prossimo anno ci saranno le Europee che ci impongono da subito di iniziare a creare il percorso per rafforzare l’area di centro moderata”. Maurizio Galardo ha invece sottolineato che oggi l’Udc si trova con tre consiglieri alla pari di altri partiti, rafforzando l’amministrazione. “Ci mettiamo in una misura di pari dignità, abbiamo la certezza di stare insieme allo stesso tavolo con un partito che guarda vero l’apertura e può drenare un consenso importante a favore del centrodestra”.
Sollecitati da una domanda i referenti dell’Udc si sono soffermati anche sulla nota di qualche giorno che prendeva posizione sul Lazio Pride invitando la coalizione al confronto e a non essere un monocolore. “Non è stato un distinguo o la volontà di cercare una frizione – ha spiegato Paletta – ma un richiamo al metodo di lavoro al fine di rafforzare e migliorare il quadro politico, per evitare che si facciano dei passi indietro, il senso era dire: consultiamoci prima sui temi importanti e con il contributo di tutti”.
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